Governo Crisi in Italia, Salvini: «La maggioranza non c'è più, andiamo al voto»

ATS / sam

8.8.2019 - 21:36

Il vicepremier italiano Matteo Salvini vuole tornare al voto.
Il vicepremier italiano Matteo Salvini vuole tornare al voto.
Source: KEYSTONE/AP ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

«Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c'è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori».

Così, in una nota, il vicepremier italiano e ministro dell'interno Matteo Salvini, dopo un incontro col presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

«Inutile andare avanti a colpi di no e di litigi, come nelle ultime settimane. Gli italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni», ha continuato il leader della Lega Nord.

«Le vacanze non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari (a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona) possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di Italiani», ha affermato ancora.

Di Maio: «Noi siamo pronti a voto»

«Noi siamo pronti a voto, la Lega ha preso in giro Paese»: questa la replica dell'esponente del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. «Della poltrona non ci interessa nulla e mai ci è interessato», ha aggiunto.

«C'è una riforma a settembre, fondamentale, che riguarda il taglio definitivo di 345 parlamentari. È una riforma epocale, tagliamo 345 poltrone e mandiamo a casa 345 vecchi politicanti. Se riapriamo le Camere per la parlamentarizzazione, a questo punto cogliamo l'opportunità di anticipare anche il voto di questa riforma, votiamola subito e poi ridiamo la parola agli italiani. Il mio è un appello a tutte le forze politiche in Parlamento: votiamo il taglio di 345 poltrone e poi voto», ha detto ancora Di Maio.

«Una cosa è certa: quando prendi in giro il Paese e i cittadini prima o poi ti torna contro. Prima o poi ne paghi le conseguenze», ha sottolineato Di Maio.

La palla passa ora a Conte

Ora la palla è nelle mani del premier Giuseppe Conte, che qualora proseguisse sulla strada indicata dal leader della Lega (e non scegliesse di dimettersi prima di passare in Parlamento), si potrebbe presentare alla Camera già la prossima settimana per contare i numeri.

Il primo segnale di questo percorso dovrebbe arrivare con la convocazione di una conferenza dei capigruppo, che non è escluso si tenga già domani, venerdì, ma che potrebbe anche essere rinviata di qualche giorno. E che avrà comunque il compito di convocare l'Assemblea.

Il dibattito e il voto sul governo Conte potrebbero dunque tenersi già prima di Ferragosto a Montecitorio: incassata a quel punto quella che appare come una certa sfiducia, il premier potrebbe salire al Quirinale e rimettere il mandato.

Poi le consultazioni del presidente della Repubblica

Scatterebbero così le consultazioni da parte del presidente della Repubblica e c'è chi non esclude l'ipotesi che Sergio Mattarella affidi mandati esplorativi ai vertici del Parlamento per sondare gli umori delle forze politiche.

Altra ipotesi è che il Capo dello Stato dia l'incarico a un tecnico, consapevole che non sarebbe in grado di coagulare una maggioranza attorno a sé, ma che guiderebbe un Esecutivo ponte. Resta in piedi anche lo scenario che vede proprio l'attuale premier traghettare la Legislatura.

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