Serbia Alla premier uscente Brnabic l'incarico per il nuovo governo

SDA

27.8.2022 - 14:40

La 46enne Ana Brnabic è premier della Serbia dal giugno 2017.
La 46enne Ana Brnabic è premier della Serbia dal giugno 2017.
Keystone

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha conferito oggi, sabato, alla premier uscente Ana Brnabic il mandato di formare il nuovo governo. In Serbia si è votato il 3 aprile scorso per le elezioni parlamentari, presidenziali e amministrative a Belgrado.

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In un intervento trasmesso in diretta televisiva, Vucic ha motivato la scelta di Brnabic con la necessità di garantire continuità all'azione di governo in un periodo estremamente complesso, in particolare sul fronte energetico e del dossier Kosovo. «È molto importante avere in questo periodo qualcuno con esperienza», ha detto. Vucic ha aggiunto che il mandato di Brnabic non durerà quattro anni ma sarà più breve, fino al 2024, quando vi sarà un cambiamento.

«Ho immensa fiducia in Ana Brnabic, che ha dato prova di grande diligenza e affidabilità, una donna che ha fatto un lavoro enorme per il paese». Il nuovo governo, ha affermato il presidente, sarà formato nei prossimi venti giorni, e in esso vi saranno molti cambiamenti.

Nel nuovo esecutivo tuttavia resterà con tutta probabilità l'attuale ministro delle finanze Sinisa Mali, che ha dimostrato grandi capacità e ha fatto anch'egli un ottimo lavoro. «Pochi in Europa hanno un tale ottimo ministro delle finanze come Sinisa Mali».

Un incarico anche a Milos Vucevic

Un incarico, ha aggiunto, andrà anche a Milos Vucevic, sindaco di Novi Sad che con Mali e Brnabic era nella stretta rosa dei possibili papabili alla guida del governo. Membri del partito conservatore di Vucic (Sns), Mali e Vucevic sono insieme a Brnabic fedelissimi del presidente.

Ana Brnabic fece la storia in Serbia e nei Balcani quando nel 2017 diventò la prima donna e la prima esponente omosessuale capo del governo a Belgrado.

Il forte ritardo nella composizione del nuovo governo serbo è stato dovuto al gran numero di ricorsi dopo le elezioni del 3 aprile, che hanno comportato la ripetizione del voto in numerosi seggi in tutto il paese, e il conseguente continuo rinvio nella proclamazione dei risultati elettorali finali ufficiali.

Si è aggiunto inoltre il complesso dossier Kosovo, con la ripresa del dialogo con Pristina e i nuovi incontri con i mediatori internazionali, che tuttavia non hanno portato finora a risultati concreti.