A Belgrado un gruppo di esponenti dell'opposizione radicale, guidato da Bosko Obradovic, ha creato stamane incidenti e forti tensioni bloccando l'ingresso del parlamento serbo.
Al legislativo è in programma una seduta dedicata alla ripresa del processo elettorale in vista delle politiche del 21 giugno.
Obradovic, capo del movimento di estrema destra Dveri, è uno dei leader di 'Alleanza per la Serbia' (SzS), il cartello che raggruppa la gran parte delle forze di opposizione al governo e al presidente Aleksandar Vucic. A più riprese davanti al parlamento si sono registrati momenti di tensione, con insulti e spintoni tra dimostranti e deputati in arrivo per la seduta, che per questo è cominciata in ritardo.
Su cartelli e striscioni scritte contro il governo e il presidente, accusati di aver voluto fissare in tutta fretta per propri interessi politici la nuova data del voto nonostante non sia stata ancora superata l'emergenza sanitaria. Uno dei parlamentari, come ha detto la presidente dell'Assemblea Maja Gojkovic, è stato brutalmente aggredito e ferito, e ha dovuto ricorrere alle cure dei medici.
Gojkovic, in una conferenza stampa improvvisata all'interno del parlamento, ha duramente stigmatizzato l'azione di protesta e di intolleranza, da lei definita una aperta manifestazione dell'ideologia fascista. «Così si annunciò l'avvento al potere di Hitler», ha detto. Ieri sera lo stesso Bosko Obradovic aveva guidato un'altra manifestazione di protesta con centinaia di persone davanti alla sede della presidenza a Belgrado.
Anche Vucic ha duramente condannato l'azione. «Chiedo a tutti i cittadini serbi di condannare nel modo più fermo il comportamento fascista di queste persone, per dimostrare che la Serbia è un Paese democratico», ha detto il presidente. Queste immagini – ha aggiunto – «le abbiamo potuto vedere solo nella Germania nazista degli Anni trenta e nella Croazia degli ustascia degli Anni quaranta».
Obradovic invece ha parlato di 'rivolta contro il potere' e ha lanciato un appello a tutti i serbi a organizzare manifestazioni di protesta domani sera in tutte le città grandi e piccole. Parlando ai giornalisti Obradovic ha accusato governo e presidente di attuare ogni giorno un 'colpo di stato', adattando a proprio piacimento le leggi, compresi gli emendamenti alla legge elettorale in discussione oggi in parlamento, a poche settimane dalle elezioni del 21 giugno.
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