Guerra in SiriaI ribelli entrano ad Hama e le forze di Assad lasciano la città: «Liberati centinaia di detenuti»
SDA
5.12.2024 - 18:57
I combattenti entrati a Hama affermano di aver «liberato centinaia di detenuti» dal carcere della città della Siria centrale finita oggi sotto il loro controllo. Intanto il leader di Hezbollah Naim Qassem ha affermato che il suo gruppo resterà al fianco del regime.
Keystone-SDA
05.12.2024, 18:57
05.12.2024, 19:15
SDA
«Le nostre forze sono entrate nella prigione centrale di Hama e hanno liberato centinaia di prigionieri ingiustamente detenuti», ha rivendicato via Telegram Hassan Abdel Ghani, un comandante militare della coalizione di fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham (HTS).
Nel messaggio diffuso tramite le reti sociali egli parla di «momenti storici» e afferma che «le forze criminali del regime stanno vivendo uno stato di gran confusione a Hama» e parla di «fuga di alti ufficiali militari e delle forze di sicurezza».
«Abbandonano i loro soldati al loro destino ignoto», accusa, rivendicando la «liberazione di vari quartieri di Hama». «I progressi continuano», afferma ancora, sostenendo che i civili «danno il benvenuto ai loro figli, ai mujahiddin, nei quartieri liberati». Rivendica anche «la distruzione della XXV Divisione dell'Esercito».
«Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta», ha affermato il leader di HTS Abu Mohammed al-Jawlani in un video diffuso su Telegram dopo la notizia dell'ingresso nella città di Hama delle fazioni armate guidate dal gruppo «per chiudere la ferita aperta 40 anni fa».
«Riconquisteremo le aree in cui sono entrati i gruppi terroristici»»
Da parte loro le forze fedeli al leader siriano Bashar al-Assad hanno affermato che riconquisteremo le aree «in cui sono entrati i gruppi terroristici».
«Nelle scorse ore, con l'intensificarsi degli scontri tra i nostri soldati e i gruppi terroristici e l'aumento del numero dei martiri tra le nostre fila, questi gruppi sono riusciti a penetrare su diversi assi e a entrare nella città, nonostante abbiano subito perdite pesanti fra le loro fila», si legge nel comunicato del ministero della difesa di Damasco, che conferma «il ridispiegamento e riposizionamento delle unità militari fuori dalla città» di Hama.
Hezbollah, al fianco di Damasco
Al-Jawlani ha anche affermato in un messaggio audio che «ciò che sta accadendo in Siria non si estenderà all'Iraq», esortando il premier Muhammad Shia al-Sudani ad «astenersi dall'essere coinvolto in una nuova guerra».
«Ci auguriamo – ha aggiunto il capo di HTS che il premier iracheno impedisca alle Forze di mobilitazione popolare (fazione sciita, ndr) di interferire in ciò che sta accadendo in Siria schierandosi dalla parte del regime» del presidente Bashar al-Assad che «è in via di estinzione».
Mentre il capo di Hezbollah Naim Qassem ha affermato in serata che il gruppo libanese, alleato di Assad, sarà al fianco di Damasco mentre i ribelli guidati proseguono la loro offensiva e ha sostenuto che «l'aggressione in Siria è orchestrata dagli Stati Uniti e da Israele».
In un discorso televisivo Qassem ha denunciato «gruppi terroristici» che «vogliono far cadere il regime in Siria», aggiungendo: «non saranno in grado di raggiungere i loro obiettivi nonostante ciò che hanno fatto nei giorni scorsi, e noi come Hezbollah saremo al fianco della Siria per sventare gli obiettivi di questa aggressione il più possibile».