Conflitto L'inviato Onu in Siria: «Non bastano gli aiuti, serve una soluzione politica»

SDA

30.3.2021 - 19:28

Oltre agli aiuti umanitari, i siriani hanno bisogno che si trovi quanto prima una soluzione politica al conflitto in corso da 10 anni: è in sintesi il senso dell'accorato appello espresso oggi da Geir Pedersen, inviato speciale dell'Onu per la Siria.
Oltre agli aiuti umanitari, i siriani hanno bisogno che si trovi quanto prima una soluzione politica al conflitto in corso da 10 anni: è in sintesi il senso dell'accorato appello espresso oggi da Geir Pedersen, inviato speciale dell'Onu per la Siria.
Keystone

Oltre agli aiuti umanitari, i siriani hanno bisogno che si trovi quanto prima una soluzione politica al conflitto in corso da 10 anni: è in sintesi il senso dell'accorato appello espresso oggi da Geir Pedersen, inviato speciale dell'Onu per la Siria.

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Ael secondo giorno della conferenza internazionale organizzata dall'Unione Europea per sensibilizzare la comunità internazionale a impegnarsi per sostenere la martoriata popolazione siriana, dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, è già arrivata stamani la richiesta ai Paesi donatori di impegnarsi a versare in tutto 10 miliardi di dollari per soddisfare i bisogni umanitari di milioni di siriani.

Dal canto suo, Pedersen ha detto che le urgenze umanitarie servono «solo a ribadire quanto sia necessaria una soluzione politica al conflitto», in linea con la risoluzione Onu n. 2254 del Consiglio di sicurezza, in base al rispetto della «sovranità, indipendenza, unità e integrità territoriale» della Siria.

La mediazione di Pedersen è da mesi bloccata dal rifiuto di governo e opposizioni siriane di proseguire nel negoziato, incentrato sulla revisione della costituzione. Pedersen ha detto di esser ancora disponibile a «facilitare una via da seguire per creare le condizioni per una sesta sessione di successo del Comitato costituzionale».

Azione reale per detenuti, rapiti e persone scomparse

L'inviato dell'Onu ha ricordato però che «il percorso costituzionale è solo uno degli aspetti dell'insieme completo di questioni... abbiamo bisogno di un'azione reale per i detenuti, i rapiti e le persone scomparse. E dobbiamo arrivare a far sì che si crei un ambiente sicuro, calmo e neutrale in cui tutti i siriani godano dei loro diritti». «Ciò – ha aggiunto – perché si creino le condizioni necessarie per il ritorno sicuro, volontario e dignitoso dei rifugiati siriani».

Pedersen si è poi rivolto agli attori coinvolti nel conflitto siriano: «Credo che tutte le parti interessate si rendano conto che non esiste una soluzione militare a questo conflitto, profondamente internazionalizzato e che non può essere lasciato in uno stato di 'né guerra né pace'».