Difesa UE Si punta a un «battaglione europeo» da almeno 5000 unità

SDA

2.9.2021 - 11:53

La ministra tedesca della difesa Annegret Kramp-Karrenbauer al suo arrivo al vertice informale di Kranj, in Slovenia.
La ministra tedesca della difesa Annegret Kramp-Karrenbauer al suo arrivo al vertice informale di Kranj, in Slovenia.
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L'iniziativa del battaglione europeo «non è stata attivata perché manca l'unanimità. Per questo, con gli altri ministri, discutiamo di un meccanismo a maggioranza. I paesi volenterosi potranno così agire a nome dell'Unione Europea, senza forzare gli altri».

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Lo spiega il responsabile della difesa della Slovenia (presidente di turno dell'Ue), Matej Tonin, a margine del Consiglio informale sulla difesa a Kranj.

Il punto di «partenza» è una forza «di 5000 unità, da ampliare anche a 20'000, a seconda della discussione». Secondo il ministro c'è l'assenso di una maggioranza dei paesi. L'accelerazione sull'iniziativa, dopo un lungo stallo, è frutto della «lezione afghana».

Secondo quanto spiegato dal ministro, «sarebbero le istituzioni dell'Ue a decidere quando attivare le truppe».

«La Slovenia sostiene questa idea – evidenzia Tonin – perché vogliamo che l'Ue sia un attore globale sulla scena internazionale. Per esserlo occorrono tre cose: una difesa efficace, una diplomazia che parli con una voce sola, ed un'economia forte. In questo momento abbiamo solo un'economia forte, e dobbiamo lavorare sugli altri due punti».

«Dopo la lezione dell'Afghanistan credo sia chiaro che dobbiamo agire velocemente». Da questa crisi «abbiamo imparato lezioni importanti e dobbiamo fare in modo che gli errori non si ripetano» ad esempio «in Sahel», dove una crisi «potrebbe avere conseguenze anche più importanti sull'Europa».

Anche Borrell e Kramp-Karrenbauer per difesa più forte

«La necessità di una difesa dell'Ue maggiore e più forte non è mai stata così evidente come oggi dopo gli eventi in Afghanistan. Dobbiamo cercare qualcosa di più operativo», ha detto dal canto suo l'alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, prima del Consiglio informale sulla difesa.

«A volte ci sono eventi che catalizzano la storia, che creano una svolta, e penso che l'Afghanistan sia uno di questi casi», ha sottolineato il capo della politica estera europea, appellandosi alla creazione di una «forza di primo intervento» europea.

Analoghe le considerazioni espresse, pure prima della riunione informale, dalla ministra tedesca della difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer: «Gli eventi in Afghanistan sono una pesante sconfitta. Se sia un indebolimento permanente per l'Occidente dipende dalle conclusioni che possiamo trarne e se saremo in grado di agire in modo più indipendente in futuro, anche e soprattutto come europei, la nostra credibilità dipende da questa capacità».

«In Afghanistan abbiamo visto che non siamo così avanti come vorremmo essere in termini di capacità» e «dovremo capire» se sia possibile «prendere decisioni rapidamente» a livello dell'Ue, ha spiegato. «È importante che non lo facciamo come alternativa alla Nato e agli americani, ma piuttosto per diventare più forti noi», ha precisato.