SpagnaGoverno, premier e la ministra della difesa spiati con Pegasus
SDA
2.5.2022 - 11:06
I telefoni cellulari del premier spagnolo, Pedro Sanchez, e della ministra della Difesa del suo governo, Margarita Robles, sono stati «infettati» con il programma informatico di spionaggio Pegasus.
02.05.2022, 11:06
02.05.2022, 11:20
SDA
È quanto affermato dal ministro della Presidenza Félix Bolaños in una conferenza stampa convocata a sorpresa.
Secondo quanto aggiunto da Bolaños, le «intrusioni esterne» con il software nei cellulari del capo del governo e di Robles sono avvenute tra maggio e giugno 2021.
Le «intrusioni» nei cellulari del premier Pedro Sánchez (che sarebbero avvenute a maggio 2021) e della ministra della Difesa Margarita Robles (giugno 2021) sono state verificate dal Centro Crittologico Nazionale, che fa parte del Centro Nazionale dell'Intelligence, ha spiegato il ministro della Presidenza Félix Bolaños. Quanto scoperto è stato «denunciato alla giustizia», ha aggiunto Bolaños, considerato il braccio destro di Sánchez.
«Non abbiamo nessun dubbio del fatto che si tratta di un'intrusione esterna»; ha detto il ministro, senza precisare a che tipo di agente esterno si stesse riferendo, ma indicando che stava parlando di attività «estranea a organismi statali» ed effettuata «senza autorizzazione giudiziaria». Bolaños ha anche affermato che sono in corso verifiche per capire se altri esponenti del governo siano stati spiati con Pegasus.
C'è chi punta il dito contro i servizi segreti spagnoli
L'annuncio di Madrid arriva dopo che, circa due settimane fa, inchieste giornalistiche hanno denunciato una presunta operazione di spionaggio con Pegasus a leader indipendentisti catalani.
Diverse tra le presunte vittime accusano di questa attività di sorveglianza – che considerano illegittima – i servizi segreti spagnoli e hanno chiesto al governo Sánchez di assumere «responsabilità», arrivando, in alcuni casi, a chiedere le dimissioni della stessa Margarita Robles, dal cui ministero dipende l'intelligence spagnola. Sánchez stesso sostiene invece che i servizi segreti operano sempre «con scrupoloso e rigoroso rispetto della legge».
In seguito alle tensioni con diversi soci parlamentari su questo tema, il governo ha rischiato giovedì scorso un tonfo in Parlamento sulla convalida di un decreto cruciale contenente misure urgenti per affrontare l'impatto della guerra in Ucraina, salvandosi con un margine di soli quattro voti.