MigrantiStati Uniti: Trump si sfila da Global Compact, piano Onu migranti
ATS
3.12.2017 - 20:14
Donald Trump va avanti con la sua politica dell'"America First". E dopo aver detto addio all'Unesco e all'accordo sul clima di Parigi, sfila gli Stati Uniti anche dal "Global Compact on Migration", l'accordo dell'Onu sui migranti.
"Non è in linea con le politiche americane", spiega Nikki Haley, l'ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite. "Le decisioni sulle politiche migratorie devono essere prese dagli americani e dagli americani solo. Siamo noi a decidere come meglio controllare i nostri confini e a stabilire a chi sarà consentito entrare nel paese", aggiunge senza lasciare adito a dubbi. D'accordo il segretario di Stato Rex Tillerson: l'intesa delle Nazioni Unite mette a rischio i "diritti sovrani degli Stati Uniti nell'attuazione di leggi sull'immigrazione e di tutele dei confini". "Non possiamo semplicemente sostenere in buona fede" l'accordo.
All'Onu c'è aria di delusione e rammarico per la decisione americana di uscire dall'intesa fra 193 paesi raggiunta nel 2016. "La migrazione è un fenomeno globale che richiede una risposta globale e il multilateralismo resta la strada migliore per affrontare le sfide globali", afferma il presidente dell'Assemblea generale dell'Onu, Miroslav Lajcak, invitando le Nazioni Unite a non mollare e non perdere l'occasione "per migliorare le vite di milioni di persone nel mondo".
Ma il multilateralismo aleggiato dall'Onu su un tema delicato come l'immigrazione non è conforme ai principi dell'amministrazione Trump, che ha fatto della lotta ai clandestini uno dei suoi cavalli di battaglia. Trump porta avanti il suo pugno duro sull'immigrazione dai tempi della campagna elettorale, come dimostrato dalla proposta di costruire un muro ai confini con il Messico per fermare l'arrivo di immigrati illegali. Poco dopo essere entrato alla Casa Bianca si è spinto anche oltre proponendo il bando agli ingressi da sei paesi a maggioranza musulmana.
L'addio all'accordo sui migranti si va ad aggiungere all'uscita degli Stati Uniti dall'Unesco e soprattutto all'accordo sul clima di Parigi, ma anche alle "minacce" di Trump di abbandonare la Nato, l'accordo di libero scambio del Nafta e l'accordo sul nucleare iraniano. Gli Stati Uniti di Barack Obama sono stati parte dell'intesa sui migranti, noto anche come dichiarazione di New York, fin dalla sua firma nel settembre 2016. La dichiarazione non vincolante punta ad assicurare i diritti dei migranti e il loro ricollocamento, con l'obiettivo di arrivare tramite trattative a un "Global Compact" da adottare nel 2018. Il ritiro arriva alla vigilia della conferenza mondiale sulla migrazione che si apre lunedì in Messico.
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