Stati Uniti - Siria Una storica stretta di mano tra Jolani e Trump: «È un tipo duro, mi piace»

SDA

14.5.2025 - 20:25

Il presidente americano Donald Trump stringe la mano al presidente siriano Ahmad al-Sharaa (al Jolani).
Il presidente americano Donald Trump stringe la mano al presidente siriano Ahmad al-Sharaa (al Jolani).
KEYSTONE

L'annullamento delle sanzioni, gli elogi perfino sull'aspetto fisico, la calorosa stretta di mano. Sotto l'egida dell'Arabia Saudita e di Recep Tayyip Erdogan, che ha partecipato al colloquio telefonicamente, si è svolto il primo incontro in 25 anni tra i leader di Stati Uniti e Siria, con buona pace di Israele che aveva chiesto a Donald Trump di non eliminare le misure contro Damasco e di certo non si aspettava la riabilitazione lampo sulla scena internazionale di un ex jihadista.

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«È un giovane attraente. Un tipo duro, mi piace», ha dichiarato The Donald dopo il colloquio con Ahmed al-Sharaa (al Jolani), l'ex militante che ha guidato l'alleanza di ribelli fino al rovesciamento del dittatore Bashar al-Assad a dicembre ed in passato è stato anche il leader di una branca di Al Qaida, per poi rompere i legami con il gruppo jihadista e cercare di ricostruire la propria immagine.

Fino a pochi mesi fa, prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca, Washington considerava il gruppo militante di al-Shara un'organizzazione terroristica e aveva messo una ricompensa da 10 milioni di dollari per ottenere informazioni su di lui.

Nel loro colloquio di circa mezz'ora a Riad, il tycoon ha detto al presidente siriano che «ha una straordinaria opportunità di fare qualcosa di storico nel suo Paese», esortandolo a normalizzare i rapporti con Israele, «a cacciare i terroristi palestinesi» e ad «assumersi la responsabilità dei centri di detenzione dell'Isis nel nord-est.

«Gli ho detto che spero aderisca agli Accordi di Abramo una volta che la situazione sarà sistemata e lui ha risposto di sì. Ma ha molto lavoro da fare», ha riferito Trump ai giornalisti.

«L'incontro è stato storico»

Secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri siriano «l'incontro è stato storico e l'amministrazione è impegnata a svolgere un ruolo positivo e costruttivo in questo periodo delicato».

Il commander-in-chief ha poi rassicurato l'amico Bibi che la sua missione in Medio Oriente è un «bene per Israele». «Questo viaggio è positivo per Israele, è un bene che io abbia i rapporti che ho con questi Paesi, è essenziale», ha sottolineato il presidente americano.

Quanto all'altro dossier caldo, il dialogo sul nucleare iraniano, l'inquilino della Casa Bianca si è detto ottimista che «la diplomazia funzionerà, in un modo o nell'altro».

Altri accordi commerciali per altri miliardi di dollari

A Doha, dopo l'incontro con il premier Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, Trump ha annunciato di aver siglato accordi commerciali per miliardi e miliardi di dollari senza tuttavia entrare nel dettaglio. Stando ad una nota della Casa Bianca si tratta di intese che genereranno uno scambio economico del valore di almeno 1200 miliardi di dollari.

Tra queste, la vendita da parte di Boeing alla Qatar Airways di circa 210 aerei per un valore di 97 miliardi e l'accordo tra l'azienda americana Raytheon e il Qatar per l'acquisizione di sistemi anti-drone per un miliardo di dollari.

E, a proposito di aerei, in un'intervista con Fox News a bordo dell'Air Force One, il presidente ha ribadito la sua intenzione di accettare un lussuoso Boeing 747 dal Qatar.

«Quando atterri in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e vedi questi Boeing 747 nuovi di zecca e il nostro accanto è come se fosse un velivolo completamente diverso», ha dichiarato il tycoon evidentemente infastidito dalle critiche. «Siamo gli Stati Uniti d'America. Credo che dovremmo avere l'aereo più imponente di tutti».