2 agosto 1980Strage di Bologna, Mattarella: «Un'aggressione alle nostra libertà» da parte di eversivi neofascisti
SDA / pab
2.8.2024 - 13:25
Bologna fu «teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani».
Keystone-SDA, SDA / pab
02.08.2024, 13:25
02.08.2024, 13:26
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È quanto afferma il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in una dichiarazione in occasione dell'anniversario della strage di Bologna.
«I morti, le immagini della Stazione di Bologna devastata, l'attacco feroce alla convivenza degli italiani, hanno impresso un segno indelebile, il 2 agosto 1980, nella identità della Repubblica e nella coscienza del popolo italiano», prosegue il capo dello Stato.
Nella strage, giova ricordarlo, rimasero uccise 85 persone e ne furono ferite oltre 200. Si tratta del più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra, da molti indicato come uno degli ultimi atti della strategia della tensione, durante gli anni di piombo.
Come esecutori materiali sono stati individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari.
«Una ferita insanabile»
Mattarella così s'è espresso: «La memoria non è soltanto un dovere ma è l'espressione consapevole di quella cittadinanza espressa nei valori costituzionali che la violenza terroristica voleva colpire e abbattere.»
«Con profondi sentimenti di solidarietà, quarantaquattro anni dopo l'attentato, ci uniamo ai familiari delle vittime e alla Città di Bologna, teatro di una spietata strategia eversiva neofascista nutrita di complicità annidate in consorterie sovversive che hanno tentato di aggredire la libertà conquistata dagli italiani».
«A Bologna si consumò uno degli eventi più tragici della nostra storia repubblicana – dice ancora Mattarella -. Una ferita insanabile, monito permanente da consegnare alle giovani generazioni unitamente ai valori della risposta democratica della nostra Patria, che hanno consentito il riscatto e, nell'unità della nostra comunità, la salvaguardia del bene comune».
Migliaia di persone malgrado il caldo
Migliaia di persone, nonostante il caldo da bollino rosso, sono in piazza Medaglie d'oro per commemorare i 44 anni dall'attentato del 2 agosto 1980 in stazione a Bologna.
Applausi hanno scandito il corteo durante il percorso dal Comune e persone si sono affacciate dalle finestre delle case per salutare e applaudire.
Hanno sfilato i parenti delle vittime, decine di sindaci in fascia tricolore, rappresentanti di forze dell'ordine e di soccorso dietro l'autobus numero 37 e la gru de i vigili fuoco, due mezzi simbolo dei soccorsi.
Ma anche tanti cittadini di ogni età, fra loro anche Patrick Zaki, per dimostrare che Bologna non dimentica, come recita il grande striscione. Bologna e non solo, perché persone sono arrivate, come ogni anno, da molte parti d'Italia.
Tre settimane fa la conferma delle condanne a tre imputati
La Corte d'Assise d'Appello di Bologna ha confermato l'ergastolo per l'ex terrorista di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio.
Bellini era accusato in concorso con gli ex Nar – Nuclei armati rivoluzionari – già condannati, Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. E con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, tutti morti e non più imputabili, ma ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell'attentato.
Oltre alla conferma della condanna all'ergastolo per Bellini, i giudici hanno ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati.
Si tratta dell'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e condannato nuovamente a sei anni e di Domenicho Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni alla giustizia al fine di sviare le indagini, condannato a quattro anni.