GuerraStrage di soldati israeliani, Hamas rifiuta la tregua
SDA
23.1.2024 - 21:10
Israele ha vissuto il giorno più tragico della guerra dopo il 7 ottobre: la strage di 21 dei suoi soldati che ha fatto piombare il Paese in un cupo sconforto. I militari, tutti riservisti, sono stati uccisi nell'area di Almaazi, nel centro di Gaza, da una squadra delle Brigate Al Qassam – l'ala militare di Hamas – nell'esplosione di due palazzine attivata, a quanto pare, dal lancio di un razzo anti tank.
23.01.2024, 21:10
SDA
I soldati – attorno alle 16 di ieri, ma la notizia si è appresa solo oggi – stavano minando i due edifici nell'ambito della creazione di una zona cuscinetto a ridosso del confine con Gaza in modo da consentire agli abitanti di tornare in sicurezza nei kibbutz ora fatti sfollare. Il razzo – il cui lancio è stato rivendicato da Hamas – ha preso di mira un carro armato israeliano che era a protezione dei soldati.
In contemporanea, secondo la ricostruzione del portavoce dell'esercito Daniel Hagari, che ha annunciato l'apertura di un'inchiesta, sono deflagrate le cariche esplosive dentro le due palazzine uccidendo i militari: l'ipotesi più verosimile è che la detonazione delle mine sia stata in qualche modo attivata dal primo razzo anticarro lanciato, o da un secondo.
La morte dei 21 soldati in un giorno ha avuto una vasta eco in Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha detto che il Paese ha «vissuto uno dei giorni più pesanti dall'inizio del conflitto», ma non per questo «Israele smetterà di combattere fino alla vittoria totale».
«Questa – ha commentato il ministro della Difesa Yoav Gallant – è una guerra che stabilirà il futuro di Israele nei decenni a venire. La morte di quei combattenti deve spronarci a raggiungerne gli obiettivi». Il bilancio complessivo delle vittime militari è salito poi a 24, con altri tre soldati uccisi nella Striscia in altri contesti.
Hamas respinge il cessate il fuoco in cambio degli ostaggi
Hamas intanto avrebbe respinto la proposta israeliana di un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi. Secondo una fonte egiziana citata dai media internazionali, la fazione palestinese ha insistito sul fatto che non saranno liberati altri rapiti finché Israele non cesserà la sua offensiva e si ritirerà completamente da Gaza.
La proposta svelata lunedì dal sito americano Axios prevedeva inoltre la liberazione di detenuti palestinesi dalle carceri di Israele e l'autorizzazione per i leader di Hamas nella Striscia di trasferirsi in altri Paesi.
Ma il Qatar non dispera del tutto di aprire nuovi negoziati e gli Usa hanno fatto sapere di essere pronti a sostenere lunghe pause umanitarie (dai 60 ai 90 giorni) per il rilascio degli ostaggi, anche se nel futuro di Gaza «non ci può essere Hamas» ma neppure «una riduzione del territorio» della Striscia. La Casa Bianca ha confermato che l'inviato americano per il Medio Oriente Brett McGurk è in visita nella regione per parlare proprio di questo.
Gli scontri sul terreno continuano
Nel 109esimo giorno di guerra, l'Idf ha accerchiato del tutto Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud dell'enclave palestinese. All'operazione – che ha visto, secondo l'esercito decine di «terroristi uccisi» e la distruzione di un tunnel lungo un chilometro in un quartiere residenziale – hanno preso parte unità di paracadutisti, della brigata Givati e mezzi blindati, assistiti da unità di commando.
Il portavoce militare in arabo Avichai Adraee ha detto che l'esercito ha invitato per motivi di «sicurezza» gli abitanti di 6 rioni della città ad evacuare, attraverso Al-Bahar Street, verso la non molto distante «zona umanitaria» di Moassi sul mare.
La Mezzaluna Rossa palestinese ha accusato invece l'Idf di aver aperto il fuoco contro sue ambulanze che a Kahn Yunis trasportavano feriti, mentre resta circondato per il secondo giorno l'Ospedale Nasser da cui l'esercito ha riferito che nei giorni scorsi si è sparato contro i soldati. Secondo analisti militari, il prossimo passo dell'Idf sarà verso Rafah, che è a ridosso dell'Egitto.
Mentre gli uccisi a Gaza – secondo il ministero della Sanità di Hamas, che non distingue tra morti civili e miliziani – sono arrivati a 25'490, l'Unicef Palestina ha affermato che nella Striscia «più di 1000 bambini» sono stati mutilati a causa dei bombardamenti.