Chiesto il rinvio di 2 anni Tassa minima delle aziende, Malta chiede di rallentare

SDA

7.2.2022 - 15:00

L'intesa nell'Ue non è totale.
L'intesa nell'Ue non è totale.
Keystone

Malta spinge per rinviare a gennaio 2025 l'introduzione nella legislazione europea della tassa minima del 15% sui profitti delle multinazionali, la rivoluzione fiscale varata dall'Ocse a ottobre scorso.

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Assieme a un gruppo di altri paesi che hanno costruito le loro fortune sulle facilitazioni fiscali, come Irlanda, Lussemburgo, Olanda o Austria, il governo della Valletta ha cominciato fare lobby in vista delle decisioni che dovranno essere prese durante il semestre di presidenza a guida francese.

«Se fosse introdotta a gennaio 2023, sarebbe molto problematico per noi» hanno riferito fonti vicine al premier Robert Abela citate dal Times of Malta, specificando che la minimum tax colpirebbe direttamente i 20 maggiori gruppi presenti sull'isola.

In attesa delle decisioni dell'Eurogruppo che sarà dedicato al tema e del Consiglio Europeo di fine giugno che le dovrà adottare, il governo ha già avviato colloqui con i principali investitori stranieri per individuare un possibile 'piano B' fatto di riduzioni di altre tasse che possano almeno parzialmente compensare l'impatto della minimum tax globale.

Attualmente, con un'aliquota del 35% Malta è tra i paesi con la tassazione più alta sui profitti societari. Ma tale aliquota, che viene regolarmente pagata dalle società maltesi, è di fatto ridotta ad un 5% effettivo grazie ad un regime di 'restituzioni' riservato alle società straniere.

Obiettivo: il rinvio di 2 anni

L'obiettivo primario del governo laburista è tuttavia il rinvio di due anni, giustificato con la necessità di ridisegnare l'intero meccanismo fiscale: «La finestra di tempo ci potrebbe dare il tempo necessario per trovare il modo per continuare a mantenere attrattivo il nostro paese».

L'economia maltese da circa un decennio si fonda sulle attività finanziarie e sui servizi, che hanno ridotto al 15% l'impatto del turismo sul Pil nazionale.

L'accordo globale raggiunto in sede Ocse sulla 'minimum tax' prevede che essa venga applicata al più presto alle prime cento multinazionali mondiali e che venga estesa a tutti nel giro di altri sette anni e non esclude la possibilità che alcuni paesi mantengano alcuni limitati incentivi fiscali.

«Se ci sono soluzioni alternative legali che potranno essere accettate da tutte le parti, vale la pena esplorarle. Ed è quello che stiamo facendo», ha concluso la fonte di governo.