Medio Oriente Tensione sulla Linea Blu tra Libano e Israele, colpito un convoglio dell'Onu

SDA

30.3.2024 - 20:21

Alta tensione sulla Linea Blu
Alta tensione sulla Linea Blu
Keystone

Alta tensione al confine tra Libano e Israele.

Keystone-SDA

In un nuovo incidente – tra il continuo scambio di razzi degli Hezbollah e raid di Israele – quattro osservatori militari della missione Onu Untso sono stati feriti nel sud del Libano, lungo la Linea blu di demarcazione con lo Stato ebraico.

In un rimpallo di responsabilità, fonti della sicurezza libanese hanno riferito che si sarebbe trattato di un drone israeliano ma l'Idf ha immediatamente smentito di aver colpito il veicolo che si trovava nell'area di Rmeish nel sud del Paese.

Fatto sta che il nuovo episodio è un'ulteriore fotografia della situazione ormai al calor bianco nella zona.

Ripartono i negoziati per una tregua?

E mentre il fronte nord resta incandescente e a rischio escalation, domenica al Cairo dovrebbero riprendere i difficili negoziati indiretti tra Hamas e Israele – mediati da Usa, Egitto e Qatar – nel tentativo di raggiungere una nuova tregua nella Striscia che porti anche al rilascio dei circa 130 ostaggi a Gaza.

Nel continuo lavorio diplomatico per frenare l'annunciata operazione di Israele a Rafah, nel sud della Striscia, sembra invece confermata la missione di una delegazione israeliana di alto livello lunedì a Washington – come chiesto dal presidente Joe Biden – per fare il punto sulla situazione.

Al 176esimo giorno di guerra a Gaza, Hamas ha ricordato che non ci sarà alcuna intesa con Israele se non ritirerà l'esercito.

Poi, a nome delle Fazioni palestinesi della Striscia, ha bollato come una «una trappola» la proposta, attribuita ad Israele, di istituire una forza militare multinazionale con truppe provenienti da Paesi arabi per la sicurezza nella Striscia e la scorta ai convogli degli aiuti.

Secondo Hamas è «un inganno dei sionisti per attirare alcuni Paesi arabi a servire i loro piani e progetti dopo il loro grande fallimento sul campo». Il quotidiano Haaretz ha poi riferito dell'intenzione di Israele di creare una zona cuscinetto al confine con Gaza che potrebbe occupare circa il 16% della Striscia.

Convoglio dell'Onu attaccato da un drone?

Tornando all'auto dell'Untso colpita, secondo la ricostruzione di fonti della sicurezza libanese l'attacco è «stato lanciato da un drone israeliano che ha seguito il convoglio di due veicoli con chiare insegne delle Nazioni Unite».

«I tre osservatori e il loro interprete libanese erano scesi dalle auto nei pressi di Rmeish – hanno proseguito le stesse fonti – quando hanno sentito il ronzio del drone e sono rientrati velocemente a bordo dei fuoristrada»: a quel punto «il drone israeliano ha lanciato un missile verso il convoglio».

I quattro feriti, non in pericolo di vita, sono di nazionalità australiana, cilena e norvegese e il quarto è libanese.

Israelel respinge le accuse

Ma l'esercito israeliano ha respinto ogni accusa: «Non è stato colpito» alcun veicolo dell'Unifil a Rmeish, ha detto il portavoce militare smentendo «alcuni rapporti».

Al di là delle responsabilità il portavoce dell'Unifil, Andrea Tenenti, ha denunciato che «prendere di mira i peacekeeper è inaccettabile.

Tutti gli attori hanno la responsabilità, secondo il diritto internazionale umanitario, di evitare di prendere di mira i non combattenti, inclusi i peacekeeper, i giornalisti, il personale medico e i civili». Ed ha ribadito l'appello «affinché tutti cessino gli intensi scambi di fuoco».

Da Cipro partita una seconda nave con gli aiuti

Mentre l'Idf sta proseguendo le azioni a Khan Yunis e all'ospedale Shifa – dove secondo il portavoce militare sono stati uccisi «3 importanti miliziani di Hamas» – la Mezzaluna Rossa ha denunciato che «almeno 5 persone sono morte a Gaza per la calca, durante la quale sono stati anche uditi colpi d'arma da fuoco, mentre venivano distribuiti aiuti umanitari poco prima dell'alba».

Da Cipro è intanto partita una seconda nave di aiuti diretta a Gaza dove il bilancio delle vittime continua a salire: 32.705 morti e 75.190 feriti, secondo dati di Hamas che non è possibile verificare in modo indipendente.