Medio OrienteTornano a casa gli ostaggi israeliani, anche i gemelli Berman e il ragazzo pelle-ossa
SDA
13.10.2025 - 20:10
L'ostaggio israeliano Matan Zangauker saluta con la mano mentre arriva all'eliporto dell'ospedale Ichilov di Tel Aviv, Israele, il 13 ottobre 2025.
EPA
Provati, dimagriti, ma sorridenti. Per gli ultimi ostaggi ancora in vita rilasciati da Hamas e per le loro famiglie che hanno atteso e lottato per due lunghissimi anni, è un turbinio di emozioni che si sciolgono in lacrime e in un lungo, instancabile, abbraccio.
«Stanno bene e si tengono in piedi autonomamente», secondo un primo rapido sguardo della Croce Rossa che li ha presi in consegna dentro la Striscia di Gaza. Le visite mediche in ospedale approfondiranno poi il loro reale stato di salute, ma ora è il momento della gioia.
«Svegliarsi in un nuovo mattino, tutto sembra più bello, tutto sembra migliore, i colori nell'aria», è il quadro della felicità dipinto da Ilan Gilboa Dalal, padre del 24enne Guy, uno dei giovani rapiti al Nova Festival di Reim, subito dopo essere stato informato del rilascio del figlio.
Il ragazzo pelle e ossa
In ospedale Guy ha rivisto anche il suo amico di infanzia e compagno di prigionia Evyatar David, il ragazzo pelle e ossa di cui Hamas aveva diffuso un drammatico video lo scorso agosto che aveva scioccato il mondo.
I due giovani erano stati tenuti insieme in condizioni che le loro famiglie hanno descritto come «disumane», con «quotidiane torture fisiche e psicologiche», prima di essere separati circa due mesi fa: a febbraio erano stati filmati dai terroristi mentre venivano costretti ad assistere al rilascio di un altro gruppo di ostaggi.
I gemelli Berman
Sono invece stati tenuti sempre separati Ziv e Gali Berman, i gemelli israelo-tedeschi ormai 28enni: non si vedevano dal giorno del sequestro nella loro casa nel kibbutz di Kfar Aza. L'esercito israeliano ha diffuso la foto del loro primo abbraccio e dei loro sorrisi con indosso la maglia della loro squadra del cuore, il Maccabi Tel Aviv, mentre fanno ritorno in Israele.
Altri due fratelli sono tornati a casa insieme, gli israelo-argentini David e Ariel Cunio, rapiti con altri 6 familiari dal kibbutz di Nir Oz, già liberati, la cui storia è stata raccontata nel film 'Lettera a David' alla Berlinale.
Matan ha chiamato la mamma dopo 738 giorni
Per alcuni la giornata era cominciata con una videochiamata a sorpresa: tra questi Matan Zangauker che dopo 738 giorni di prigionia ha potuto chiamare, poco prima di ritrovare la libertà, la madre Einav, diventata la donna simbolo delle pressioni del Forum delle famiglie degli ostaggi sul governo affinché facesse di tutto per riportarli a casa.
Poi finalmente l'incontro, nell'ospedale Ichilov di Tel Aviv: lei, che sembra ancora più minuta, tiene le braccia strette attorno al figlio in un abbraccio che sembra non voler finire.
In ospedale Avinatan Or ha ritrovato anche la sua ragazza, Noa Argamani, anche lei rapita il 7 ottobre e liberata dalle forze israeliane nel giugno 2024.
Hamas pubblicò il video del loro sequestro al Nova Festival, diventato drammaticamente noto: Avinatan portato via a piedi con le mani dietro la schiena, Noa a bordo di una motocicletta mentre urlava: «Non uccidetemi!».
Grande gioia in Israele, ma si attendono ancora i corpi senza vita di 28 ostaggi
Anche Rom Breslavski ha rivisto finalmente i suoi cari dopo essere apparso in un video lo scorso aprile: «Non c'è luce, non c'è aria, non è rimasto nulla», diceva disperato mentre invocava l'intervento di Benyamin Netanyahu e di Donald Trump.
Al loro ritorno in Israele è esplosa la gioia, ma non sarà totale finché non saranno restituiti anche i corpi senza di vita di altri 28 ostaggi, come prevede l'accordo. Sono solo quattro quelli consegnati finora alla Croce Rossa: secondo quanto affermato da Hamas si tratterebbe delle salme di Guy Illouz, Yossi Sharabi, Bipin Joshi e dell'ufficiale delle Idf, Daniel Perez.
«Qualsiasi ritardo o deliberata elusione sarà considerata una palese violazione dell'accordo e sarà perseguita di conseguenza», ha tuonato su X il ministro della Difesa Israel Katz.