Impeachment Trump assolto: «Finita la caccia streghe, sto tornando»

SDA

14.2.2021 - 08:43

Michael van der Veen (a destra nella foto), difensore al processo di impeachment contro Donald Trump al Senato, dopo l'annuncio dell'assoluzione è al settimo cielo: «Andremo a Disney World!»: ha esclamato, battendo il cinque ad un collega.
Michael van der Veen (a destra nella foto), difensore al processo di impeachment contro Donald Trump al Senato, dopo l'annuncio dell'assoluzione è al settimo cielo: «Andremo a Disney World!»: ha esclamato, battendo il cinque ad un collega.
Keystone

«Not guilty», non colpevole: Donald Trump è stato assolto dal Senato anche nel secondo processo di impeachment, unico presidente Usa ad essere stato messo in stato d'accusa due volte e primo ad affrontare il procedimento dopo aver lasciato la Casa Bianca.

Nel voto finale, arrivato dopo solo cinque udienze, ai 50 senatori democratici si sono uniti solo sette repubblicani: 10 in meno di quelli necessari per la condanna, che richiede il quorum dei due terzi. Gli altri 43 eletti del Gran Old Party si sono schierati con il loro ex presidente.

I sette senatori repubblicani che hanno votato per la condanna sono Richard Burr, Bill Cassidy, Susan Collins, Lisa Murkowski, Mitt Romney, Ben Sasse e Patrick Toomey. Il leader dei senatori democratici Chuck Schumer ha affermato: «saluto quei repubblicani patrioti che hanno fatto la cosa giusta, non era facile».

L'accusa era di aver istigato i suoi fan ad assaltare il Congresso il 6 gennaio scorso per bloccare la certificazione della vittoria di Joe Biden: una macchia che comunque resterà per sempre sulla sua eredità.

«E' finita una caccia alle streghe», ha esultato the Donald. «Il nostro meraviglioso movimento storico e patriottico per fare l'America di nuovo grande è solo all'inizio, nei prossimi mesi avrò molto da condividere con voi e non vedo l'ora di continuare il nostro incredibile viaggio insieme per conseguire la grandezza americana per tutti», ha promesso, ventilando già il su ritorno sulla scena.

Mc Connell condanna Trump ma vota in suo favore

Una sentenza annunciata, dopo che il potente leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell aveva fatto trapelare in una mail ai colleghi di partito la sua intenzione di votare per l'assoluzione dell'ex presidente.

McConnell, che aveva condannato pubblicamente Trump per aver istigato l'assalto al Congresso, ha sposato la tesi difensiva dell'incostituzionalità dell'impeachment contro un presidente già decaduto, ritenendo che si tratta «principalmente di uno strumento per la sua rimozione» e che il Senato non ha quindi giurisdizione.

Il leader repubblicano ha tuttavia sottolineato che «la Costituzione stabilisce chiaramente che i delitti di un presidente commessi nel corso del suo mandato possono essere perseguiti dopo che lascia la Casa Bianca», lasciando quindi una porta aperta alle inchieste in corso in varie procure.

Un modo di rispondere al monito dei procuratori democratici, secondo cui ammettere che un presidente non possa essere giudicato dal Senato a fine incarico significherebbe che ha mani libere per qualsiasi delitto nelle ultime settimane del suo mandato.

Dopo il voto, McConnell ha comunque voluto ribadire la sua condanna contro Trump definendolo «praticamente e moralmente responsabile» per l'attacco al Capitol. Ma alla fine ha preferito fare buon viso a cattiva sorte e abbracciare nuovamente l'ex presidente, come la maggioranza del partito, per tentare di riconquistare il Congresso già nelle elezioni di Midterm del prossimo anno.

Trump tornerà nel 2024?

La sentenza decide il destino, ora nuovamente incrociato, di Trump e del Grand Old Party: il primo, salvo sorprese sul fronte giudiziario, potrà ricandidarsi nel 2024 tenendo la presa sui repubblicani, il secondo è destinato a restare un partito populista e sovranista, col rischio però di fratture interne.

La resa dei conti è stata aperta da una piccola fronda parlamentare e da pezzi da novanta come Nikki Haley, l'ex ambasciatrice Onu nominata da Trump e possibile candidata alla Casa Bianca nel 2024, che ha già scaricato l'ex presidente.

Ultimo giorno di processo caotico

L'ultima udienza si era aperta con una mossa a sorpresa dell'accusa, che aveva chiesto e ottenuto la possibilità di convocare testimoni, col sostegno di cinque senatori repubblicani. La prima doveva essere Jaime Herrera Beutler – uno dei dieci deputati repubblicani che ha votato per l'impeachment di Trump – dopo le sue imbarazzanti rivelazioni di venerdì.

La possibile citazione di testi ha seminato però il caos in aula ed evocato lo scenario di uno slittamento anche di giorni del processo, col rischio di ostacolare l'agenda di Joe Biden, a partire dai nuovi aiuti contro la pandemia.

La difesa aveva minacciato di chiamare almeno 100 testimoni, dalla speaker della Camera Nancy Pelosi alla sindaca dem della capitale Muriel Bowser, aprendo un vero e proprio vaso di Pandora.

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