Tornati al darwinismo sociale? I primi 100 giorni di Trump: «Ha gettato le certezze in un frullatore e le ha liquefatte»

SDA

23.4.2025 - 06:00

Nei suoi 100 giorni di ritorno in carica, Donald Trump ha imposto il suo ritmo e ha scosso l'ordine geopolitico mondiale come mai prima d'ora.
Nei suoi 100 giorni di ritorno in carica, Donald Trump ha imposto il suo ritmo e ha scosso l'ordine geopolitico mondiale come mai prima d'ora.
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In 100 giorni di ritorno alla guida degli Stati Uniti, Donald Trump ha imposto il suo ritmo, ha rudemente modificato le alleanze statunitensi, ha minacciato di annettere territori e ha scosso l'ordine geopolitico mondiale come mai prima d'ora.

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Allo stesso tempo, però, il 78enne presidente americano, che si presenta come «costruttore di pace» e nutre la speranza di essere insignito del Premio Nobel per la Pace, ha avviato negoziati senza precedenti con la Russia e con il suo nemico giurato, l'Iran, con successi alterni.

Dai dazi doganali a oltranza, compresi quelli contro l'arci-rivale Cina, al Canale di Panama e alla Groenlandia, fino a mettere gli europei con le spalle al muro e a tagliare gli aiuti all'estero, l'inquilino della Casa Bianca sta portando avanti la sua visione «America First».

Spazzate via le vecchie certezze

Si tratta di un approccio chiaramente unilaterale, basato sull'unico principio della transazione, una sorta di «dare e avere» diplomatico. Mette fine a decenni di soft power americano e mette in discussione le basi della globalizzazione e del libero scambio.

«L'amministrazione Trump ha gettato tutte le vecchie certezze in un frullatore e le ha liquefatte», scrive Mark Leonard, responsabile dell'European Council on Foreign Relations (ECFR), sul sito dell'organizzazione.

Ma va detto che il compito non è così facile come l'adepto della «pace attraverso la forza» potrebbe suggerire. Israele ha ripreso l'offensiva nella Striscia di Gaza e il conflitto in Ucraina continua.

Legami più stretti con Putin

La rottura più spettacolare è stata senza dubbio il suo riavvicinamento a Vladimir Putin, che dice di ammirare. Rinnovando i legami con il presidente russo, Trump ha posto fine al suo isolamento internazionale, anche se ciò significa farlo a spese di Kiev.

Il padrone del Cremlino era stato considerato un paria dalla precedente amministrazione Biden e dai Paesi occidentali dopo l'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022.

In seguito, americani e russi hanno tenuto negoziati senza precedenti in Arabia Saudita, nella speranza di ripristinare le loro relazioni.

Donald Trump e Vladimir Putin si incontreranno faccia a faccia? Hanno lasciato intendere che potrebbero farlo, forse già in questo mese d'aprile, sempre sul suolo del regno saudita, che si è trasformato in un intermediario di lusso.

L'Europa lasciata in disparte

Allo stesso tempo, gli Stati Uniti hanno inasprito i toni nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il cui spettacolare alterco durante la visita alla Casa Bianca ha sconvolto il mondo.

Tenuti in disparte, gli europei sono stati coinvolti nelle discussioni durante gli incontri trilaterali di giovedì scorso a Parigi, prima di una nuova sessione a Londra questa settimana.

Ma mentre i negoziati per un cessate il fuoco si sono arenati, Donald Trump ha minacciato di ritirarsi dai colloqui se non si fosse raggiunto rapidamente un accordo.

Negoziati con l'Iran

Su un altro fronte, il presidente degli Stati Uniti ha avviato rari negoziati sul programma nucleare iraniano.

Gli americani e gli iraniani, nemici dalla Rivoluzione islamica del 1979, hanno già tenuto due sessioni di colloqui indiretti, in Oman e a Roma, guidati da parte americana dal fedelissimo del presidente, il suo amico miliardario Steve Witkoff.

Washington, che persegue una politica di «massima pressione» nei confronti di Teheran, si dice favorevole a una soluzione diplomatica con l'Iran, ma non esclude un intervento militare per impedirgli di ottenere armi nucleari.

I funzionari dell'amministrazione Trump, a partire dal segretario di Stato Marco Rubio, sottolineano costantemente che il presidente degli Stati Uniti sta pensando «fuori dagli schemi» e che è «l'unico nella posizione» di condurre tali negoziati.

Tagliati gli aiuti all'estero, introdotto deportazioni di massa 

Tra le altre imprese compiute dal 20 gennaio: l'annunciato ritiro degli Stati Uniti dall'accordo sul clima di Parigi e dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Inoltre, il tycoon ha avviato massicci tagli al bilancio degli aiuti esteri americani, in nome della lotta agli sprechi e dei programmi che promuovono la diversità, l'equità e l'inclusione.

Ha anche attuato una politica di deportazione degli immigrati illegali e ha lanciato una guerra contro i cartelli della droga messicani, che descrive come organizzazioni terroristiche straniere.

S'è tornati al darwinismo sociale del XIX secolo?

«Le sue iniziative hanno stravolto tutto ciò che abbiamo conosciuto, almeno dalla Seconda guerra mondiale», afferma Melvyn Leffler, storico dell'Università della Virginia.

«Penso che Trump sia un ritorno al darwinismo sociale della fine del XIX secolo, in cui crede che tutte le nazioni siano impegnate in una lotta per la sopravvivenza del più adatto», aggiunge, dubitando che gli Stati Uniti torneranno mai «allo stesso tipo di ordine liberale, globale ed egemonico che è esistito più o meno dal 1945».