Medio Oriente Trump insiste con la sua idea shock: «Israele ci cederà Gaza dopo la guerra»

SDA

6.2.2025 - 20:22

Un campo per palestinesi sfollati viene allestito accanto agli edifici distrutti in seguito all'offensiva aerea e terrestre israeliana a Jabaliya, nella Striscia di Gaza.
Un campo per palestinesi sfollati viene allestito accanto agli edifici distrutti in seguito all'offensiva aerea e terrestre israeliana a Jabaliya, nella Striscia di Gaza.
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Nonostante il coro internazionale di no, a parte gli amici Orbán e Farage, il presidente americano Donald Trump insiste sulla sua idea shock di assumere il controllo di Gaza e guidare il processo di ricostruzione, mentre Israele ha colto la palla al balzo e prepara un piano per consentire un non meglio precisato sfollamento «volontario» dei palestinesi dalla Striscia.

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Il presidente ha affidato ad un post su Truth l'illustrazione del suo di piano: «La Striscia di Gaza verrebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele alla fine dei combattimenti. I palestinesi, persone come Chuck Schumer (il leader democratico del Senato, di fede ebraica, ndr), sarebbero reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi», ha scritto, ribadendo quindi la prospettiva di trasferire altrove gli abitanti di Gaza.

Gli USA poi si metterebbero alla guida della rinascita edilizia della Striscia, senza necessità di truppe sul terreno: «Gli Stati Uniti, lavorando con grandi team di pianificazione urbanistica da tutto il mondo, inizierebbero lentamente e attentamente la costruzione di quello che diventerebbe uno dei più grandi e spettacolari complessi residenziali del suo genere sulla Terra. Non ci sarebbe bisogno di soldati degli Stati Uniti! La stabilità regnerebbe nella regione!!!».

Un piano per la «partenza volontaria della popolazione»

Il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha già ordinato alle Forze di difesa (IDF) di preparare un piano per consentire la «partenza volontaria della popolazione di Gaza».

«Agli abitanti della Striscia dev'essere consentito di godere della libertà di movimento e della libertà di immigrare», ha affermato. Nel frattempo verrà avanzata una proposta per la ricostruzione di una «Gaza smilitarizzata», nell'era successiva ad Hamas, «un progetto che richiederà molti anni per essere completato».

Per Trump e Israele quindi sembra tutto chiaro e facile, nonostante il no dei palestinesi, dei Paesi arabi che dovrebbero accoglierli e di tutta la comunità internazionale, che sostiene la soluzione dei due Stati.

Trump ha scioccato i più alti dirigenti della Casa Bianca

Ma in realtà, svela il «New York Times», quando il presidente ha annunciato il suo piano ha scioccato persino i dirigenti più alti della Casa Bianca e del suo governo: se il suo annuncio sembrava formale e ponderato (ha letto il piano da un foglio di carta), la sua amministrazione non aveva fatto nemmeno la pianificazione più elementare per esaminare la fattibilità dell'idea.

L'uscita, secondo il giornale, è stata una sorpresa anche per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, cui il tycoon avrebbe detto della sua intenzione di annunciare l'idea solo poco prima della conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca.

All'interno dell'amministrazione, inoltre, non c'erano stati incontri con il Dipartimento di Stato o il Pentagono, come normalmente accade per qualsiasi seria proposta di politica estera, soprattutto se di tale portata. Non c'erano stati neppure gruppi di lavoro.

Il Pentagono non aveva prodotto stime del numero di truppe eventualmente necessarie, o una previsione dei costi, o anche solo una bozza di come avrebbe potuto funzionare il piano. «C'era poco più di un'idea nella testa del presidente», che ne parlava da settimane ma privatamente, scrive il quotidiano.

I media cercano di capire il perché di tale mossa

I media americani intanto si sforzano di capire le motivazioni di una simile mossa. Il «Washington Post» fa quattro ipotesi. La prima è un tentativo di distrarre l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica da un'altra presa di possesso, questa volta reale: quella del governo, con tagli drastici, epurazioni, deregulation e le mani di Elon Musk ovunque.

La seconda è che si tratti di un'arma negoziale, per premere su Riad per la normalizzazione delle relazioni con Israele, rinunciare allo Stato palestinese ed erogare fondi per la ricostruzione, minacciando lo sbarco degli USA se le due maggiori potenze regionali non trovano un accordo.

C'è poi la «madman theory», la teoria dell'uomo pazzo e imprevedibile che Trump asseconderebbe per ottenere i suoi obiettivi. Infine, una svolta dall'isolazionismo dell'America First alle ambizioni «imperialiste» come elemento chiave della sua eredità.