Il complottismo entra alla Casa Bianca Trump nomina il controverso «vendicatore» Kash Patel a capo dell'FBI

SDA

1.12.2024 - 22:02

Donald Trump nomina a capo dell'Fbi il fedelissimo Kash Patel, un ex funzionario di basso profilo del ministero della Giustizia con scarsa competenza ed esperienza ma con il profilo perfetto per diventare il «vendicatore» del tycoon contro l'odiato deep state, del quale il Bureau è considerato il covo.

Kash Patel parla prima dell'allora candidato repubblicano alle presidenziali, l'ex presidente Donald Trump, durante un comizio elettorale alla Findlay Toyota Arena, domenica 13 ottobre 2024, a Prescott Valley, in Arizona.
Kash Patel parla prima dell'allora candidato repubblicano alle presidenziali, l'ex presidente Donald Trump, durante un comizio elettorale alla Findlay Toyota Arena, domenica 13 ottobre 2024, a Prescott Valley, in Arizona.
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Si tratta dell'ennesima nomina controversa con cui il presidente eletto sfida ancora il Senato repubblicano (per la conferma) e mette alla porta il direttore in carica del controspionaggio Christopher Wray per il raid a Mar-a-Lago di due anni fa, quando gli agenti federali sequestrarono nella sua residenza in Florida numerosi documenti classificati che l'ex presidente aveva portato via illegalmente dalla Casa Bianca.

Ora Wray, che Trump stesso aveva nominato nel 2017 dopo aver licenziato il suo predecessore James Comey, ha due opzioni: dimettersi con tre anni di anticipo o attendere di essere silurato.

Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale s'esprime senza riserve

In entrambi i casi il tycoon violerà per la seconda volta la prassi bipartisan dei neo presidenti di confermare il capo dell'Fbi, il cui incarico dura 10 anni proprio contro eventuali pressioni politiche.

L'Fbi dovrebbe rimanere «un'istituzione indipendente, isolata dai capricci della politica», ha avvisato il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, sottolineando che proprio per tale motivo Joe Biden «ha aderito scrupolosamente a questa lunga tradizione bipartisan».

Trump aveva già cercato di piazzarlo a capo della CIA

Patel, 44 anni, nato a Garden City, New York, da genitori indiani emigrati, ha esercitato in Florida prima come difensore d'ufficio, poi come procuratore antiterrorismo vantandosi falsamente di aver guidato il procedimento sull'attacco al consolato Usa di Bengasi.

Poi nel 2017 è diventato un collaboratore della commissione intelligence attirando l'attenzione di Trump come estensore del 'Nunes memo', un documento chiave usato dai repubblicani nei loro sforzi per smontare il Russiagate come una campagna di spionaggio del cosiddetto deep state contro la campagna del tycoon.

Da allora l'ascesa: direttore senior per l'antiterrorismo al Consiglio per la sicurezza nazionale, vicedirettore della National Intelligence e chief of staff al dipartimento della Difesa.

The Donald aveva già pensato a lui come capo della Cia al posto di Gina Haspel e come vice dell'Fbi ma l'allora ministro della Giustizia Bill Barr si oppose, dicendo che avrebbe dovuto «passare sul mio cadavere», come ha rivelato nella sua autobiografia.

Lo scorso anno Patel ha pubblicato un libro che è tutto un programma: 'Government Gangsters: The Deep State, the Truth, and the Battle for Our Democracy'.

Un cospirazionista assetato di vendetta

Il nominee è un cospirazionista che ha chiesto l'azzeramento dei vertici dell'Fbi e che si è detto favorevole a mettere sotto inchiesta tutti gli agenti federali che non si sono mostrati fedeli a Trump, nonché i giornalisti «che hanno aiutato Biden a truccare le elezioni del 2020».

La sua Kash Foundation ha offerto aiuto finanziario anche alle famiglie degli assalitori del Capitol. Patel ha inoltre saputo sfruttare il marchio Trump vendendo col logo 'K$H' t-shirt pro tycoon e altri oggetti, tra cui libri per bambini che rendono omaggio a «King Donald».

Di recente ha guadagnato centinaia di migliaia di dollari come consulente per la campagna di Trump e per quella di Matt Gaetz, l'ex deputato della Florida travolto da uno scandalo sessuale che lo ha costretto a rinunciare alla nomina come ministro della Giustizia.

Si gettano le basi per un governo autoritario?

Con Patel all'Fbi, il presidente eletto ha nominato così un altro fedelissimo nelle strutture con maggiori capacità legali e coercitive (Pentagono, Giustizia, Intelligence) gettando le basi di quello che molti temono sarà un governo autoritario.

Tra i fedelissimi anche lo sceriffo della Florida Chad Chronister, a capo dell'agenzia antidroga Dea, e il padre di un altro suo genero, come senior advisor per il Medio Oriente e il mondo arabo: l'imprenditore libanese Massad Boulos, papà di Michael Boulos, il marito di Tiffany, la figlia più giovane di Trump.

Il giorno prima aveva nominato come ambasciatore a Parigi Charles Kushner, il cui figlio Jared è sposato con Ivanka.