Dopo l'attentatoTrump osannato a Milwaukee, il Secret Service: «L'Iran vuole ucciderlo»
SDA
16.7.2024 - 21:38
Con l'orecchio destro ferito bendato e il sorriso di un miracolato, Donald Trump ricompare per la prima volta in pubblico dopo l'attentato facendo esplodere l'arena della convention repubblicana di Milwaukee. E provocando le prime scosse di terremoto in politica estera con la scelta del suo vice J.D. Vance, che rilancia la prospettiva di una pace in Ucraina negoziata dal tycoon e fa calare il gelo con Londra per un video in cui profetizza che la Gran Bretagna laburista di Keir Starmer sarà il primo Paese «islamista» con la bomba atomica.
16.07.2024, 21:38
16.07.2024, 21:48
SDA
Standing ovation, cori «Usa, Usa», «Fight, fight, fight» (le sue parole dopo la pallottola che lo ha colpito di striscio), urla la folla al Fiserv Forum. Trump sembra commosso, ha gli occhi lucidi e si gode la marea umana che vorrebbe abbracciare il suo idolo sopravvissuto ad una raffica di Ar-15, «grazie alla fortuna o al Signore».
Parlerà giovedì per accettare la nomination sotto una pioggia di palloncini tricolori, quando arriveranno anche Melania e Ivanka, ieri assenti nel box di famiglia del Fiserv, dove c'erano invece i due figli Eric e Donald Jr, Tiffany e il marito.
Nel frattempo, dopo il flop di Butler, il Secret Service ha intensificato le misure di sicurezza attorno al tycoon dopo aver ricevuto informazioni, come riferisce Cnn, su un presunto complotto iraniano per assassinarlo: sabato è previsto il primo comizio in Michigan dopo l'attentato in Pennsylvania.
Fine della tregua con Biden
Poco prima di materializzarsi in carne e ossa, sul maxi schermo dell'arena era stato proiettato un videomessaggio di Trump che segna la fine della breve tregua con Joe Biden e il suo partito. Nella clip The Donald invita i repubblicani ad usare «ogni mezzo appropriato a disposizione per battere i democratici, anche votando per posta», una pratica che ha sempre fustigato associandola alle frodi elettorali.
E rilancia le sue false accuse sul voto truccato del 2000, insieme al timore che si ripeta a novembre. «Non vogliamo che quanto accaduto nel 2020 succeda di nuovo. Tenete gli occhi aperti perchè queste persone vogliono imbrogliare e lo fanno, francamente è l'unica cosa che fanno bene».
Menzogne precedute dalle falsità di vari relatori della prima serata che hanno attaccato l'amministrazione Biden, tra cui la deputata cospirazionista Marjorie Taylor Greene. Che tuttavia ha ricevuto meno applausi delle vere star della serata, come il senatore afroamericano Tim Scott e il governatore della Virginia Glenn Youngkin.
Ovazione per Vance
Super ovazione invece per J.D. Vance, il 39enne senatore junior dell'Ohio che è comparso per la prima volta sul maxi schermo della convention insieme a Trump dopo l'investitura come suo vice. Un contrasto di età stridente, come se fossero nonno e nipote (si passano 39 anni) o una scena da «take-your-kid-to-work day» (porta tuo figlio al lavoro), come ha notato l'ex stratega di Obama David Axelrod.
Ma si tratta di una precisa scelta ideologica per garantire che in futuro il partito repubblicano resti il partito Maga. Un tributo all'America first, che elettrizza i populisti e impensierisce le élite del partito, allarmando gli alleati europei di Washington. A partire da Londra, che getta acqua sul fuoco per non compromettere la sua «special relationship».
Ma le parole di Vance preoccupano, anche perché pronunciate soltanto a inizio mese, durante la conferenza di destra della National Conservatism a Washington: «Qualche giorno fa parlavo con un amico e dicevamo quale potrebbe essere il primo Paese islamista a mettere le mani sulla bomba atomica, visto che all'amministrazione Biden queste cose non interessano. E allora mi son detto: il Regno Unito, visto che il Labour ha appena vinto le elezioni!».
Preoccupa ancora di più la posizione di Vance contro gli aiuti a Kiev e la sua conferma a Fox News che «se eletto, Donald Trump, come ha promesso di fare, andrà là, negozierà un accordo con Mosca e Kiev per porre fine rapidamente alla guerra ucraina, in modo che l'America si possa concentrare sul vero problema, che è la Cina». Scenario corroborato dal premier ungherese Viktor Orban, che recentemente ha fatto la spola tra Kiev, Mosca, Pechino e Mar-a-Lago: «Trump ha piani dettagliati e ben fondati per questo».
Il volto giovane del trumpismo
L'ex «never Trump» che in passato aveva paragonato il tycoon a Hitler è ora il primo millennial di sempre in un ticket presidenziale, il volto nuovo e giovane del trumpismo, l'intellettuale della New Right che sposa il populismo economico – dalla regolamentazione delle grandi banche all'uso dei dazi per rilanciare le industrie nazionali – con il nazionalismo e una politica sociale conservatrice.
Fa parte delle grandi manovre di Trump, che incassa anche l'endorsement di Elon Musk e il suo impegno di versare 45 milioni al mese per la sua rielezione. E che tenta pure di convincere il candidato indipendente RobertF. Kennedy ad abbandonare la corsa abbracciando il suo campo.
Intanto la convention ha vissuto il suo secondo giorno, dedicato a immigrazione e crimine («Make America Safe Again»), uno dei cavalli di battaglia del tycoon. Occhi puntati sull'ex ambasciatrice all'Onu Nikki Haley, la più acerrima avversaria di The Donald nelle primarie: inizialmente non era neppure stata invitata ma dopo l'attentato le è stato proposto anche di parlare.
Stati Uniti: ecco i presidenti o candidati alla Casa Bianca che sono stati attaccati
Abraham Lincoln è stato il primo presidente degli Stati Uniti a essere assassinato nel 1865. Mentre assiste a una rappresentazione speciale della commedia «Our American Cousin» al Ford's Theatre di Washington, viene ucciso con un colpo di pistola. Il colpevole è John Wilkes Booth, attore e fanatico sostenitore dei Confederati, sconfitti nella Guerra Civile due giorni prima. Booth spara al presidente alla testa da una distanza ravvicinata. Lincoln viene portato privo di sensi in un edificio vicino e sottoposto a cure mediche. Il mattino seguente muore. Si scopre che l'assassinio fa parte di una cospirazione contro diversi membri del governo degli Stati Uniti. Booth, l'assassino di Lincoln, viene successivamente ucciso e quattro cospiratori, tra cui una donna, vengono impiccati tre mesi dopo.
Immagine: Imago/Kena Images
Anche l'attentato al presidente americano James Garfield si conclude fatalmente. Il 2 luglio 1881, sei mesi dopo il suo insediamento, Garfield viene ucciso in una stazione ferroviaria di Washington. Il suo assassino, Charles Guiteau, un avvocato di 39 anni e suo ex sostenitore, sarebbe stato insoddisfatto di non aver ottenuto un lavoro nell'amministrazione di Garfield. Altre fonti lo descrivono come mentalmente disturbato. Il medico e inventore americano Alexander Graham Bell aveva cercato di trovare e rimuovere il proiettile nel petto di Garfield utilizzando un dispositivo appositamente sviluppato, ma invano. Il presidente muore per avvelenamento del sangue poche settimane dopo e Guiteau è stato giustiziato nel giugno 1882.
Immagine: Imago/Gemini Collection
Il presidente degli Stati Uniti William McKinley viene ucciso con un colpo di pistola a distanza ravvicinata a Buffalo, New York, nel settembre 1901. Dopo un discorso all'Esposizione Panamericana, stava stringendo la mano a diverse persone quando l'anarchico Leon Czolgosz gli punta contro una pistola e preme il grilletto. In un primo momento sembra che le ferite non siano mortali, ma poi sopraggiunge la cancrena e McKinley muore. L'assassino Czolgosz viene giustiziato sulla sedia elettrica.
Immagine: Imago/Gemini Collection
Questa radiografia mostra il torace di Theodore Roosevelt dopo il tentativo di assassinio dell'ottobre 1912. «Teddy», come era conosciuto Roosevelt, viene aggredito a Milwaukee poco prima di un'apparizione della campagna elettorale. A quel punto, aveva già svolto due mandati presidenziali e si stava ricandidando come indipendente. Roosevelt non viene ferito gravemente: una custodia per occhiali e il manoscritto piegato del suo discorso attutiscono il colpo. Il colpevole, John Schrank, viene arrestato e trascorre il resto della sua vita ricoverato in ospedali psichiatrici.
Immagine: Imago/UIG
Poche settimane prima di prestare giuramento come presidente, Franklin D. Roosevelt sta tenendo un discorso dal retro della sua auto scoperta a Miami, nel febbraio 1933, quando vengono sparati cinque colpi di pistola. Roosevelt non viene colpito, ma il sindaco di Chicago, Anton Cermak, che sta parlando con Roosevelt, viene ferito e muore 19 giorni dopo. Il colpevole viene condannato a morte. Nella foto si vede Donald Trump sotto una gigantografia di Roosevelt durante un evento in occasione del 75° anniversario del D-Day.
Immagine: imago images/ZUMA Press
Nel novembre 1950, il presidente Harry S. Truman si trova a Blair House, di fronte alla Casa Bianca, quando due uomini armati fanno irruzione. Truman non rimane ferito nell'attentato, ma un agente di polizia della Casa Bianca e uno degli assalitori rimangono uccisi nello scambio di colpi e altri due agenti di polizia rimangono feriti. L'attentatore, Oscar Collazo, viene condannato a morte. Nel 1952, Truman commuta la sentenza in ergastolo. La foto mostra l'assassino Oscar Collazo, che viene portato in ambulanza gravemente ferito.
La foto mostra i Kennedy a Dallas nel loro veicolo aperto pochi minuti prima che vengano sparati i colpi fatali del presidente John F. Kennedy al corteo nel 1963. Durante l'assassinio vengono sparati due colpi di fucile. Lee Harvey Oswald viene arrestato come sospettato e ucciso due giorni dopo sotto la custodia della polizia dal proprietario di un nightclub Jack Ruby. Sull'assassinio sono stati scritti più di 2'000 libri, eppure l'omicidio rimane tuttora un mistero: le teorie cospirative non tardano a circolare, ma tutte le prove indicano un unico colpevole assetato di vendetta.
Immagine: imago images/Everett Collection
Il candidato Robert F. Kennedy, fratello del presidente assassinato JFK, viene ucciso nel 1968 all'età di 42 anni all'Ambassador Hotel di Los Angeles da un palestinese di 24 anni di nome Sirhan Sirhan. Kennedy, gravemente ferito, avrebbe sussurrato all'orecchio dei paramedici che si affrettavano a sollevarlo da terra su una barella: «Non sollevatemi». Le sue ultime parole prima di perdere conoscenza. Nonostante un'operazione di quattro ore, le sue condizioni rimasero critiche. Kennedy viene dichiarato morto 26 ore dopo l'attentato.
Immagine: Imago/Pond5 Images
George Wallace è un candidato democratico alla presidenza. Nel 1972 viene colpito da un proiettile durante un evento elettorale nel Maryland. Di conseguenza, rimane paralizzato dalla vita in giù. Wallace vince le primarie in Maryland, Michigan, Tennessee e North Carolina e parla su una sedia a rotelle alla Democratic National Convention di Miami nell'estate del 1972, ma non viene nominato candidato alle presidenziali.
La foto mostra il 38° presidente americano Gerald Ford che indietreggia quando viene colpito durante l'attentato da Sara Jane Moore nel 1975. Il proiettile, sparato da una distanza di dodici metri, manca Ford di soli dodici centimetri. Ford è doppiamente fortunato: questo è il secondo attentato nel giro di tre settimane. Nel primo tentativo, la sostenitrice di Charles Manson Lynette «Squeaky» Fromme gli punta contro un'arma semiautomatica, ma non esplode.
Immagine: imago images/Everett Collection
Il presidente Ronald Reagan ha appena tenuto un discorso all'Hilton Hotel di Washington D.C. e saluta i suoi fan mentre si dirige verso il corteo nel 1981. Poi vengono sparati dei colpi di pistola. Pochi secondi dopo gli spari, i giornalisti e gli agenti dei servizi segreti riescono a spingere l'assassino a terra e a trattenerlo. Reagan si salva per un pelo, mentre altre tre persone rimangono ferite. Il procedimento penale contro l'attentatore John Hinckley si conclude in seguito con un'assoluzione per infermità mentale. Poco prima dell'operazione d'emergenza in ospedale, il repubblicano Reagan avrebbe chiesto all'équipe chirurgica: «Per favore, ditemi che siete tutti repubblicani».
Immagine: Imago/Everett Collection
L'allora presidente George W. Bush visita la Georgia nel 2005 e partecipa a un comizio a Tbilisi con il suo omologo Mikhail Saakashvili quando viene lanciata una bomba a mano. La granata ha mancato Bush di circa 100 metri, ma non è esplosa: un fazzoletto rosso avvolto strettamente intorno a essa avrebbe impedito il rilascio della leva di sicurezza. L'assassino georgiano Vladimir Arutyunian viene condannato all'ergastolo.
Immagine: Wikipedia
Un uomo dell'Idaho spara alla residenza ufficiale del presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel 2011 da un'auto parcheggiata. I proiettili mancano di poco le guardie. A differenza della figlia minore Sasha, il presidente in carica e sua moglie non si trovavano alla Casa Bianca in quel momento. Dopo l'arresto Oscar Ortega-Hernandez ammette di voler uccidere Obama. Viene condannato a 21 anni di carcere per tentato omicidio. Come nel caso di Trump, l'attentato ha portato a discussioni sul ruolo dei servizi segreti, anche loro accusati di aver fallito all'epoca.
Immagine: Imago/ABACAPRESS
Il 13 luglio 2024 un giovane americano attenta alla vita di Donald Trump durante un comizio elettorale in Pennsylvania. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca sopravvive all'attacco con lievi ferite all'orecchio destro. Uno spettatore viene ucciso e almeno altre due persone rimangono gravemente ferite. Il 20enne autore dell'attentato, Thomas Matthew Crooks, viene ucciso sulla scena dai servizi segreti.
Immagine: AP
Stati Uniti: ecco i presidenti o candidati alla Casa Bianca che sono stati attaccati
Abraham Lincoln è stato il primo presidente degli Stati Uniti a essere assassinato nel 1865. Mentre assiste a una rappresentazione speciale della commedia «Our American Cousin» al Ford's Theatre di Washington, viene ucciso con un colpo di pistola. Il colpevole è John Wilkes Booth, attore e fanatico sostenitore dei Confederati, sconfitti nella Guerra Civile due giorni prima. Booth spara al presidente alla testa da una distanza ravvicinata. Lincoln viene portato privo di sensi in un edificio vicino e sottoposto a cure mediche. Il mattino seguente muore. Si scopre che l'assassinio fa parte di una cospirazione contro diversi membri del governo degli Stati Uniti. Booth, l'assassino di Lincoln, viene successivamente ucciso e quattro cospiratori, tra cui una donna, vengono impiccati tre mesi dopo.
Immagine: Imago/Kena Images
Anche l'attentato al presidente americano James Garfield si conclude fatalmente. Il 2 luglio 1881, sei mesi dopo il suo insediamento, Garfield viene ucciso in una stazione ferroviaria di Washington. Il suo assassino, Charles Guiteau, un avvocato di 39 anni e suo ex sostenitore, sarebbe stato insoddisfatto di non aver ottenuto un lavoro nell'amministrazione di Garfield. Altre fonti lo descrivono come mentalmente disturbato. Il medico e inventore americano Alexander Graham Bell aveva cercato di trovare e rimuovere il proiettile nel petto di Garfield utilizzando un dispositivo appositamente sviluppato, ma invano. Il presidente muore per avvelenamento del sangue poche settimane dopo e Guiteau è stato giustiziato nel giugno 1882.
Immagine: Imago/Gemini Collection
Il presidente degli Stati Uniti William McKinley viene ucciso con un colpo di pistola a distanza ravvicinata a Buffalo, New York, nel settembre 1901. Dopo un discorso all'Esposizione Panamericana, stava stringendo la mano a diverse persone quando l'anarchico Leon Czolgosz gli punta contro una pistola e preme il grilletto. In un primo momento sembra che le ferite non siano mortali, ma poi sopraggiunge la cancrena e McKinley muore. L'assassino Czolgosz viene giustiziato sulla sedia elettrica.
Immagine: Imago/Gemini Collection
Questa radiografia mostra il torace di Theodore Roosevelt dopo il tentativo di assassinio dell'ottobre 1912. «Teddy», come era conosciuto Roosevelt, viene aggredito a Milwaukee poco prima di un'apparizione della campagna elettorale. A quel punto, aveva già svolto due mandati presidenziali e si stava ricandidando come indipendente. Roosevelt non viene ferito gravemente: una custodia per occhiali e il manoscritto piegato del suo discorso attutiscono il colpo. Il colpevole, John Schrank, viene arrestato e trascorre il resto della sua vita ricoverato in ospedali psichiatrici.
Immagine: Imago/UIG
Poche settimane prima di prestare giuramento come presidente, Franklin D. Roosevelt sta tenendo un discorso dal retro della sua auto scoperta a Miami, nel febbraio 1933, quando vengono sparati cinque colpi di pistola. Roosevelt non viene colpito, ma il sindaco di Chicago, Anton Cermak, che sta parlando con Roosevelt, viene ferito e muore 19 giorni dopo. Il colpevole viene condannato a morte. Nella foto si vede Donald Trump sotto una gigantografia di Roosevelt durante un evento in occasione del 75° anniversario del D-Day.
Immagine: imago images/ZUMA Press
Nel novembre 1950, il presidente Harry S. Truman si trova a Blair House, di fronte alla Casa Bianca, quando due uomini armati fanno irruzione. Truman non rimane ferito nell'attentato, ma un agente di polizia della Casa Bianca e uno degli assalitori rimangono uccisi nello scambio di colpi e altri due agenti di polizia rimangono feriti. L'attentatore, Oscar Collazo, viene condannato a morte. Nel 1952, Truman commuta la sentenza in ergastolo. La foto mostra l'assassino Oscar Collazo, che viene portato in ambulanza gravemente ferito.
La foto mostra i Kennedy a Dallas nel loro veicolo aperto pochi minuti prima che vengano sparati i colpi fatali del presidente John F. Kennedy al corteo nel 1963. Durante l'assassinio vengono sparati due colpi di fucile. Lee Harvey Oswald viene arrestato come sospettato e ucciso due giorni dopo sotto la custodia della polizia dal proprietario di un nightclub Jack Ruby. Sull'assassinio sono stati scritti più di 2'000 libri, eppure l'omicidio rimane tuttora un mistero: le teorie cospirative non tardano a circolare, ma tutte le prove indicano un unico colpevole assetato di vendetta.
Immagine: imago images/Everett Collection
Il candidato Robert F. Kennedy, fratello del presidente assassinato JFK, viene ucciso nel 1968 all'età di 42 anni all'Ambassador Hotel di Los Angeles da un palestinese di 24 anni di nome Sirhan Sirhan. Kennedy, gravemente ferito, avrebbe sussurrato all'orecchio dei paramedici che si affrettavano a sollevarlo da terra su una barella: «Non sollevatemi». Le sue ultime parole prima di perdere conoscenza. Nonostante un'operazione di quattro ore, le sue condizioni rimasero critiche. Kennedy viene dichiarato morto 26 ore dopo l'attentato.
Immagine: Imago/Pond5 Images
George Wallace è un candidato democratico alla presidenza. Nel 1972 viene colpito da un proiettile durante un evento elettorale nel Maryland. Di conseguenza, rimane paralizzato dalla vita in giù. Wallace vince le primarie in Maryland, Michigan, Tennessee e North Carolina e parla su una sedia a rotelle alla Democratic National Convention di Miami nell'estate del 1972, ma non viene nominato candidato alle presidenziali.
La foto mostra il 38° presidente americano Gerald Ford che indietreggia quando viene colpito durante l'attentato da Sara Jane Moore nel 1975. Il proiettile, sparato da una distanza di dodici metri, manca Ford di soli dodici centimetri. Ford è doppiamente fortunato: questo è il secondo attentato nel giro di tre settimane. Nel primo tentativo, la sostenitrice di Charles Manson Lynette «Squeaky» Fromme gli punta contro un'arma semiautomatica, ma non esplode.
Immagine: imago images/Everett Collection
Il presidente Ronald Reagan ha appena tenuto un discorso all'Hilton Hotel di Washington D.C. e saluta i suoi fan mentre si dirige verso il corteo nel 1981. Poi vengono sparati dei colpi di pistola. Pochi secondi dopo gli spari, i giornalisti e gli agenti dei servizi segreti riescono a spingere l'assassino a terra e a trattenerlo. Reagan si salva per un pelo, mentre altre tre persone rimangono ferite. Il procedimento penale contro l'attentatore John Hinckley si conclude in seguito con un'assoluzione per infermità mentale. Poco prima dell'operazione d'emergenza in ospedale, il repubblicano Reagan avrebbe chiesto all'équipe chirurgica: «Per favore, ditemi che siete tutti repubblicani».
Immagine: Imago/Everett Collection
L'allora presidente George W. Bush visita la Georgia nel 2005 e partecipa a un comizio a Tbilisi con il suo omologo Mikhail Saakashvili quando viene lanciata una bomba a mano. La granata ha mancato Bush di circa 100 metri, ma non è esplosa: un fazzoletto rosso avvolto strettamente intorno a essa avrebbe impedito il rilascio della leva di sicurezza. L'assassino georgiano Vladimir Arutyunian viene condannato all'ergastolo.
Immagine: Wikipedia
Un uomo dell'Idaho spara alla residenza ufficiale del presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel 2011 da un'auto parcheggiata. I proiettili mancano di poco le guardie. A differenza della figlia minore Sasha, il presidente in carica e sua moglie non si trovavano alla Casa Bianca in quel momento. Dopo l'arresto Oscar Ortega-Hernandez ammette di voler uccidere Obama. Viene condannato a 21 anni di carcere per tentato omicidio. Come nel caso di Trump, l'attentato ha portato a discussioni sul ruolo dei servizi segreti, anche loro accusati di aver fallito all'epoca.
Immagine: Imago/ABACAPRESS
Il 13 luglio 2024 un giovane americano attenta alla vita di Donald Trump durante un comizio elettorale in Pennsylvania. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca sopravvive all'attacco con lievi ferite all'orecchio destro. Uno spettatore viene ucciso e almeno altre due persone rimangono gravemente ferite. Il 20enne autore dell'attentato, Thomas Matthew Crooks, viene ucciso sulla scena dai servizi segreti.