Stati UnitiTrump silura la procuratrice che ha indagato su Epstein e Sean «Diddy» Combs
SDA
17.7.2025 - 19:44
La procuratrice federale Maurene Comey.
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La morsa delle purghe trumpiane continua a mietere vittime. L'ultima è la 37enne procuratrice federale di Manhattan Maurene Comey, silurata dopo circa 10 anni di onorato servizio. Non è dato sapere se sia per il fatto che è la figlia di James Comey, l'ex capo dell'FBI diventato una delle bestie nere del tycoon, o per aver indagato su alcuni casi delicati, dal pedofilo Epstein al rapper Sean «Diddy» Combs.
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17.07.2025, 19:44
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Alla magistrata non è stata fornita alcuna spiegazione del suo licenziamento; ha ricevuto solo una nota in cui si citava il potere del presidente di licenziare i dipendenti ai sensi dell'Articolo 2 della Costituzione.
E lei, come rivela il New York Times, ha lanciato un monito via mail ai suoi colleghi: «Se un procuratore di carriera può essere licenziato senza motivo, la paura potrebbe insinuarsi nelle decisioni di chi resta. Non permettete che accada», ha scritto, definendo la paura «lo strumento di un tiranno, brandito per sopprimere il pensiero indipendente».
Il padre era stato cacciato da Trump nel primo mandato per la vicenda del Russiagate, per il quale ora si trova sotto indagine insieme all'allora capo della Cia John Brennan.
Il Secret Service lo ha fatto addirittura pedinare e ha tracciato la posizione del suo cellulare dopo che a maggio aveva pubblicato sui social media un'immagine che, secondo gli alleati di The Donald, rappresentava una minaccia di assassinio del presidente.
La bufera sul caso Epstein continua
Ma il benservito alla figlia arriva nel pieno della bufera sul caso Epstein, il finanziere suicidatosi in cella a New York nel 2019 mentre attendeva il processo per traffico sessuale di minorenni.
Trump e la sua fedelissima ministra della Giustizia Pam Bondi restano nel mirino della base Maga e di molti repubblicani per aver chiuso le indagini senza pubblicare i documenti, come invece avevano promesso. Persino lo speaker della Camera Mike Johnson si è rivoltato, chiedendo piena trasparenza.
Una bufera che Trump non riesce a placare, tanto da aver scaricato su Truth quanti dei suoi sostenitori «smidollati» credono a questa «bufala» e i repubblicani «stupidi» che cadono nel gioco dei democratici, pronti naturalmente a cavalcare le difficoltà del tycoon.
Il 69% degli americani pensa che Trump nascondi qualcosa
È la prima volta che il tycoon resta vittima di una teoria complottistica che ha contribuito ad alimentare. Ed è anche la prima volta che il mondo Maga sembra assumere vita autonoma dal suo demiurgo.
Elon Musk, il suo ormai ex first buddy, soffia sul fuoco e continua a incalzarlo sulla vicenda: «Wow, incredibile che Epstein si sia suicidato e che Ghislaine sia in una prigione federale per una bufala», lo ha deriso su X, sollecitandolo a pubblicare i file e a «indicare quale parte è una bufala».
Anche il 69% degli americani, secondo un sondaggio Reuters-Ipsos, pensa che l'amministrazione Trump stia nascondendo informazioni sul finanziere – di cui Donald era amico – e i clienti potenti del suo traffico di minorenni. Un caso che ha contribuito ad affondare la popolarità del tycoon, scesa ora al 41%, stando a un altro sondaggio Reuters.
Non è la prima delle purghe al ministero della giustizia
Maurene Comey aveva perseguito con successo sia Epstein che la sua complice Ghislaine Maxwell, poi condannata a 20 anni. Nel 2024 aveva chiesto a un giudice di non rendere pubblici i documenti relativi a Epstein in risposta a una richiesta ai sensi del Freedom of Information Act, sostenendo che la loro divulgazione avrebbe potuto interferire con un eventuale nuovo processo a Maxwell.
Il suo ultimo processo quello al rapper Sean «Diddy» Combs, condannato per reati minori legati alla prostituzione ma assolto dalle accuse di traffico sessuale e racket.
Recentemente le purghe al ministero della Giustizia hanno colpito diversi procuratori che hanno partecipato alle indagini sull'assalto al Campidoglio, nonché alle due inchieste federali su Trump: quella sul tentativo di ribaltare il voto nel 2020 e quella per le carte classificate portate a Mar-a-Lago.