USALe nuove mosse di Trump: epurazione in Groenlandia e truppe americane a Panama
SDA
11.4.2025 - 21:12
Il presidente americano Donald Trump.
Keystone
Donald Trump estende le sue epurazioni anche all'estero: dopo l'ambasciatrice in Ucraina, licenzia la comandante della base statunitense in Groenlandia, mentre a Panama ottiene il via libera al dispiegamento di truppe lungo il Canale.
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11.04.2025, 21:12
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Le purghe di Donald Trump vanno oltre i confini nazionali. Dopo aver fatto fuori l'ambasciatrice americana in Ucraina, Bridget Brink, il Commander in chief ha deciso di silurare la responsabile dell'unica base militare americana in Groenlandia, il colonnello Susannah Meyers, rea di aver criticato il vice presidente JD Vance dopo la sui visita sull'isola artica lo scorso 28 marzo.
«I comandanti sono tenuti a rispettare gli standard più elevati di condotta, in particolare per quanto riguarda l'imparzialità nell'esercizio delle loro funzioni», si legge in un duro comunicato della Forza spaziale degli Stati Uniti, mentre su X il portavoce del Pentagono, Sean Parnell, ha sottolineato che «le azioni volte a minare la catena di comando o a sabotare il programma del presidente Trump non saranno tollerate nel dipartimento della Difesa».
Secondo il sito «military.com», Meyers ha preso le distanze da Vance che aveva accusato la Danimarca di aver trascurato la sicurezza del suo territorio autonomo. «Le preoccupazioni del vice presidente non riflettono quelle della base aerea di Pituffik», ha scritto il colonnello in una email a tutto il personale della base, civile e militare, che evidentemente è arrivata fino a Washington.
La Casa Bianca intanto avrebbe rinunciato all'idea di annettere con la forza l'isola più grande del mondo puntando, secondo il «New York Times», sulla persuasione invece che sulla coercizione, attraverso campagne pubblicitarie e sui social per influenzare l'opinione pubblica.
Panama cede
Sull'altro fronte caldo delle mire espansionistiche di Trump, Panama ha ceduto alla sua pressione e ha concesso che gli Stati Uniti schierino i loro militari lungo il Canale che il presidente punta a riconquistare. Una vittoria importante per The Donald e un altro affondo contro la Cina in un momento in cui la tensione tra Washington e Pechino è altissima per via della guerra dei dazi.
L'accordo non autorizza la costruzione di basi permanenti sull'istmo, una mossa profondamente impopolare tra i panamensi e problematica dal punto di vista legale, e riconosce la «sovranità» di Panama sul canale, un passaggio non scontato visto che il presidente non ha escluso l'intervento militare. Tuttavia, conferisce agli Stati Uniti un'ampia libertà di dispiegare le truppe nelle basi già esistenti.
Militari americani già dislocati
Secondo Trump e il capo del Pentagono Pete Hegseth, quest'ultimo appena rientrato da una visita a Panama durante la quale ha firmato l'intesa con il capo della sicurezza Frank Abrego, «sono già stati dislocati molti militari e sono state occupate aree che prima non avevamo».
Da quando è tornato alla Casa Bianca, il Commander in chief ha ripetutamente attaccato l'eccessiva influenza della Cina sullo strategica striscia d'acqua per la quale passa il 40% del traffico container americano e il 5% del commercio mondiale. E non ha escluso l'uso della forza per riprendersi il passaggio.
Gli Stati Uniti e Panama sono vincolati da un trattato a difendere il canale da qualsiasi minaccia alla sua neutralità e sono autorizzati a intraprendere azioni unilaterali per farlo. Ma una mossa militare americana contro Panama violerebbe quasi certamente il diritto internazionale.