È l'ossessione del presidente Trump voleva il Nobel per la pace: «Obama lo aveva ricevuto per non aver fatto nulla»

Philipp Dahm

11.10.2025

Barack Obama, Donald e Melania Trump ai funerali dell'ex presidente Jimmy Carter a Washington il 9 gennaio 2025.
Barack Obama, Donald e Melania Trump ai funerali dell'ex presidente Jimmy Carter a Washington il 9 gennaio 2025.
Immagine: Keystone/AP Photo/Jacquelyn Martin

Donald Trump era entusiasmato dall'idea di ricevere il Premio Nobel per la pace: il presidente degli Stati Uniti ne parla da anni, sottolineando quanto sia stato ingiusto non solo che quest'anno l'abbia ricevuto l'attivista venezuelana Maria Corina Machado, ma anche che nel 2009 sia andato al suo predecessore Barack Obama.

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Philipp Dahm, Sara Matasci

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Il fatto che il Nobel per la Pace 2025 sia andato all'attivista venezuelana Maria Corina Machado ha fatto letteralmente infuriare Donald Trump.
  • Il presidente statunitense era infatti convinto che questa sarebbe stata la volta buona per poterlo ricevere lui, visti gli sforzi per far tacere le armi in Medio Oriente e in Ucraina.
  • Trump sta aspettando questo riconoscimento da anni, soprattutto visto che il suo predecessore Barack Obama lo ha ricevuto nel 2009.
  • Il repubblicano Matt Gaetz propone dunque il «Premio Trump per la pace».

Donald Trump non riesce proprio a rassegnarsi. È infatti da anni che punta a ricevere il Nobel per la pace. Ne parla dal 2018, quando un giornalista chiese al newyorkese se meritava il premio. «Tutti lo pensano, ma io non lo dirò», rispose il presidente degli Stati Uniti con (falsa) modestia.

Ne parlò poi ancora l'anno seguente, quando incontrò l'ex primo ministro pakistano Imran Khan e un giornalista disse all'inquilino della Casa Bianca che «sicuramente» sarebbe stato premiato a breve.

«Penso che meriterei un premio Nobel per molte cose se lo assegnassero in modo equo, ma non lo fanno», brontolò in quell'occasione.

E subito dopo spiegò perché la pensava così: «L'hanno dato a Obama subito dopo il suo insediamento. Non ha idea del perché l'abbia ricevuto. Sapete una cosa? È l'unica cosa su cui sono d'accordo con lui».

«Se mi chiamassi Obama, avrei il Premio Nobel»

Ne parlò ancora nel 2020, quando si lamentò del fatto che il primo ministro etiope Abiy Ahmed abbia ricevuto il corrispondente premio Nobel senza fare il suo nome. Era stato premiato per i suoi sforzi di pace con la vicina Eritrea, che sono stati «minimamente» influenzati dagli Stati Uniti, secondo la «BBC».

Ricordiamo comunque che lo stesso Trump è stato nominato nel 2020 e nel 2021, ma è rimasto a mani vuote.

Nella campagna elettorale in vista del suo secondo mandato riprese la questione. Sapeva, disse il 10 ottobre 2024, di chi era la colpa: «Se mi chiamassi Obama, avrei il premio Nobel. Ma lui non sapeva nemmeno perché diavolo l'avesse ricevuto».

Il tycoon non riuscì a nascondere la sua delusione: «Obama ha ricevuto il Nobel per non aver fatto nulla, per essere stato eletto, ma anch'io sono stato eletto».

E aggiunse: «Non mi interessa. Non lo voglio [il premio]. Non sto facendo politica per questo. Dico solo che ci sono molte ingiustizie in questo mondo».

«Non mi interessa, non lo voglio»

Trump è ancora tornato alla carica verso la fine dell'anno scorso. Il 25 ottobre ha detto: «Sono stato eletto in un'elezione molto più grande, migliore e folle, a lui hanno dato il premio Nobel».

Il 30 dicembre ha commentato: «Se mi chiamassi Obama, mi avrebbero dato il Nobel in dieci secondi». E ancora: «Ha ricevuto il premio per non aver fatto nulla. Ma a me non interessa, non lo voglio».

«L'ossessione di Trump per il Nobel è evidente»

La questione si sta sviluppando sempre più in una direzione assurda.

«L'ossessione di Trump per il Nobel» è evidente, ad esempio, durante la prima visita di un ospite di Stato straniero alla Casa Bianca. «Non mi daranno mai un premio Nobel per la pace», si è lamentato con Benjamin Netanyahu a febbraio 2025, secondo il «New York Times».

«È un peccato, me lo sarei meritato, ma non me lo daranno mai», ha continuato.

Il suo portavoce Steven Cheung ha replicato: «Il Premio Nobel per la pace è illegittimo se al presidente Trump - il presidente della pace per eccellenza - viene negato il riconoscimento che merita per aver portato armonia nel mondo».

Il 20 giugno, poi, Trump ha elencato su Truth i motivi per cui meriterebbe tale onore. «No, non otterrò un premio Nobel per la pace qualunque cosa io faccia, nemmeno per l'intervento in Russia/Ucraina e Israele/Iran, qualunque sia il risultato».

Trump ha ripetuto questa storia con piccole variazioni praticamente fino... ad oggi, quando - ancora una volta - il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato a qualcun altro, e più precisamente all'attivista venezuelana Maria Corina Machado.

Cosa che, come prevedibile, lo ha fatto infuriare. La Casa Bianca ha infatti subito pubblicato una dura reazione. Il portavoce Cheung ha scritto su X (ex Twitter): «Il Comitato del Nobel ha dimostrato di dare priorità alla politica rispetto alla pace».

E aggiunto che che comunque Trump «continuerà a concludere accordi di pace, a porre fine alle guerre e a salvare vite umane».

Perché non «Premio per la pace Trump»?

L'assurdo culmine di tutta la faccenda è la proposta del repubblicano Matt Gaetz, che mesi fa ha suggerito una ridenominazione: se Trump riuscirà a far passare le ispezioni nucleari sia in Iran che in Israele, il Premio Nobel per la Pace si chiamerà d'ora in poi «Premio Trump per la pace».

Questo ha lusingato il tycoon tanto quanto il sostegno del Pakistan: il motivo è la mediazione di Trump nel conflitto con l'India, che in realtà non ha avuto luogo. Il fatto che Trump abbia bombardato l'Iran poco dopo non è più così divertente per Islamabad.

Questo vale anche per Oleksandr Merezhko: il politico ucraino ha ritirato il suo sostegno. Ha dichiarato a «Newsweek» di aver «perso ogni fiducia in Trump e nella sua capacità di raggiungere un cessate il fuoco tra Mosca e Kiev», anche se - bisogna dirlo - per quello in Medio Oriente il suo intervento è stato effettivamente determinante.