Guerra in UcrainaMosca ha «conquistato la città di Toretsk», Trump raddoppierà le sanzioni alla Russia?
SDA
7.2.2025 - 19:54
Degli edifici danneggiati dai bombardamenti russi nella città di Kostyantynivka, regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale.
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Mosca ha detto di avere conquistato la città mineraria-industriale di Toretsk, nell'est dell'Ucraina, in quello che, se confermato, sarebbe uno dei più grandi successi sul campo di battaglia negli ultimi mesi.
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07.02.2025, 19:54
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Mentre sul piano diplomatico l'inviato di Donald Trump, Keith Kellogg, fa sapere che il presidente americano è deciso anche a raddoppiare le sanzioni a Mosca, specie nel settore petrolifero, per indurla a sedersi al tavolo delle trattative con entrambe le parti che dovranno fare delle concessioni per mettere fine al conflitto.
Il ministero della Difesa russo ha detto che in seguito ad «attive azioni offensive» delle sue forze, Toretsk è caduta dopo cinque mesi di feroci combattimenti in cui gli ucraini avevano impiegato 40'000 soldati, perdendone 26'000.
Kiev non ha ancora detto di avere perduto completamente il controllo della città, che prima dell'inizio del conflitto contava 35'000 abitanti e ora è in gran parte distrutta.
Ma se l'annuncio di Mosca fosse confermato, si tratterebbe della più importante vittoria russa dopo la conquista di Kurakhove nel dicembre scorso e Vuhledar nell'ottobre precedente. La caduta di Toretsk aprirebbe infatti ai russi la strada verso nord, in direzione della città di Kramatorsk, la preda più ambita nella regione di Donetsk.
Trump è pronto a «double down» le sanzioni alla Russia
In un'intervista con il New York Post, intanto, Kellogg ha fatto sapere che Trump è pronto a «double down», cioè raddoppiare o insistere, con le sanzioni alla Russia, osservando che finora l'applicazione delle misure restrittive a Mosca è stata «solo circa un tre» su una scala da uno a 10 di pressione economica.
In particolare, secondo l'ex generale inviato di Trump, si potrebbero prendere di mira «la produzione e le esportazioni di petrolio». Un'iniziativa che tuttavia sembra in contrasto con l'intenzione annunciata in precedenza dal presidente Usa di voler far pressione sulla Russia provocando una discesa dei prezzi del greggio sui mercati mondiali.
Secondo Kellogg, comunque, l'obiettivo sarebbe quello di porre fine ai combattimenti prima di negoziare i complessi accordi di pace, perché «non si può uscire da questa guerra uccidendo». Ma il Cremlino ha lamentato che dagli Stati Uniti non sono ancora arrivate proposte concrete.
«Ci sono molte dichiarazioni e resoconti che vengono confutati, modificati o dichiarati bufale il giorno dopo – ha detto il portavoce Dmitry Peskov – Non abbiamo alcuna possibilità o desiderio di rispondere a ogni resoconto del genere. Finché non ci sarà qualcosa di sostanziale su questa questione, dobbiamo solo essere pazienti».
Messa a punto della confisca di beni di Paesi «non amici»
Kellogg ha fatto sapere che parlerà delle sue proposte con gli alleati alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, in programma dal 14 al 16 febbraio, alla quale prevede di partecipare anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Ma in quella sede il piano Usa non sarà ancora reso pubblico, ha avvertito l'inviato della Casa Bianca, che dopo Monaco dovrebbe recarsi a Kiev, il 20 febbraio.
Intanto in materia di sanzioni c'è da segnalare la messa a punto da parte di una commissione governativa russa dei meccanismi legali che renderanno possibile la confisca di beni appartenenti ai Paesi «non amici» come rappresaglia ad eventuali decisioni di questo tipo adottate sui capitali russi attualmente congelati in banche americane, e soprattutto europee.
Nell'aprile del 2024 il Congresso americano ha approvato una disegno di legge, finora non applicato, che permetteva di espropriare gli asset russi a beneficio dell'Ucraina. Ma negli Usa sono depositati solo 5 miliardi di dollari di questi fondi, mentre ben 210 miliardi giacciono in Europa. Finora i Paesi del G7 hanno dato il via libera solo alla confisca di una parte degli interessi futuri sui capitali bloccati per finanziare un prestito da 50 miliardi di dollari a Kiev.