Guerra in UcrainaUcraina: 2'500 arresti nelle manifestazioni in 50 città russe
SDA
6.3.2022 - 16:14
Almeno 2'500 persone che manifestavano contro l'intervento militare in Ucraina sono state arrestate oggi in circa 50 città della Russia. Lo ha reso noto l'organizzazione non governativa Ovd-Info, specializzata nel monitoraggio delle manifestazioni.
Keystone-SDA
06.03.2022, 16:14
06.03.2022, 16:35
SDA
Secondo la stessa fonte, dal 24 febbraio, data di inizio delle operazioni militari, nel paese sono stati arrestati quasi 11'000 manifestanti. Nonostante le intimidazioni delle autorità e la minaccia di pesanti pene detentive, le azioni di protesta, seppur limitate, si sono svolte quotidianamente per 10 giorni in diverse città del paese.
Il dissidente tuttora in carcere Alexei Navalny, fermamente contrario all'intervento in Ucraina, questa settimana ha invitato i russi a manifestare ogni giorno nella piazza principale della loro città per chiedere la pace.
A Mosca oggi sono state arrestate almeno 560 persone, ha riferito Ovd-Info: tra loro uno dei leader dell'organizzazione non governativa Memorial, Oleg Orlov, e la famosa attivista Svetlana Gannouchkina. Secondo la stessa fonte, almeno 279 persone sono state arrestate anche a San Pietroburgo, dove una delle piazze centrali è stata transennata dalla polizia.
Diversi attivisti stanno pubblicando in queste ore sulle reti sociali video che mostrano arresti brutali e colpi di manganello. I primi arresti sono avvenuti, a causa del fuso orario interno, in estremo Oriente e in Siberia. Più di 200 persone sono state arrestate in particolare nelle grandi città di Novosibirsk e Ekaterinburg.
Coloro che protestano contro la presenza militare russa in Ucraina rischiano regolarmente multe, in base a un nuovo articolo del codice amministrativo che vieta le manifestazioni pubbliche che «screditano le forze armate». Secondo l'agenzia di stampa Ria Novosti, un residente siberiano è stata la prima vittima di questa nuova legge: è stato multato di 60'000 rubli (quasi 450 franchi al cambio attuale) per aver indetto manifestazioni contro l'intervento in Ucraina.