Guerra Ucraina-Russia, dopo l'appello del Papa si lavora per liberare i prigionieri

SDA

1.5.2024 - 14:40

Il lavoro per la liberazione dei prigionieri da parte di Russia e Ucraina, «tutti per tutti», potrebbe compiere dei decisivi passi in avanti questa settimana nella quale, secondo il calendario giuliano, si celebra la Pasqua. A rilanciare l'appello di Papa Francesco è stato martedì il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Sviatoslav Shevchuk che fa una proposta concreta: subito «tutte le donne, tutti i medici, e tutti i sacerdoti».

Il Papa durante l'odierna funzione pasquale.
Il Papa durante l'odierna funzione pasquale.
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Keystone-SDA

L'appello dell'arcivescovo maggiore di Kiev è una «preghiera» in vista proprio della Pasqua, la festa più importante per i cristiani, ma sembra soprattutto l'auspicio di passi concreti.

«So che anche in Russia ci ascoltano. Questo appello di Papa Francesco ha trovato una risposta profonda anche nel cuore dei russi», sottolinea Shevchuk.

Ma soprattutto il Capo della Chiesa greco-cattolica parla dopo avere incontrato, nei giorni scorsi, i responsabili del «Coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra», Dmytro Usov e Andrii Yusov.

Nell'incontro sono stati esaminati in concreto i meccanismi da avviare per «instaurare una cooperazione» tra lo stesso ufficio e la Santa Sede.

Dmytro Usov, secondo quanto riferisce la stessa Chiesa ucraina, ha chiesto di ringraziare Papa Francesco, per l'invito fatto a Russia e Ucraina nel messaggio pasquale sullo scambio dei prigionieri secondo la formula «tutti per tutti» aggiungendo che «questa forma di scambio rientra nell'ambito della moralità e dell'etica cristiana, e l'Ucraina farà ogni sforzo per attuarlo».

Cosa si vorrebbe fare in concreto?

Qualcosa dunque si muove e la diplomazia vaticana è al lavoro. «Potrebbe succedere qualcosa di importante nei prossimi giorni», auspicano fonti della Chiesa locale confidando nel fatto che, anche dall'altra parte del fronte, quello russo, le parole del Papa, all'Urbi et Orbi del 31 marzo, non sono cadute nel vuoto.

In particolare l'arcivescovo maggiore di Kiev chiede la liberazione di tre categorie di prigionieri di guerra: le donne militari, gli operatori sanitari, e anche i sacerdoti catturati.

«Sono 10 i sacerdoti, di varie Chiese e denominazioni, che sono attualmente prigionieri in Russia».

Tra questi dieci prigionieri, due sacerdoti redentoristi greco cattolici, padre Bohdan Geleta e padre Ivan Levitskyi, che provengono da Berdyansk, nella regione di Zaphorizhzia, «ormai detenuti illegalmente da quasi due anni e che, secondo alcune informazioni, sarebbero anche stati torturati».

«Facciamo che, da entrambi i lati della linea del fronte, noi cristiani, possiamo essere quella mano di Cristo che libera i nostri fratelli e sorelle, donne, medici e membri del clero dall'inferno della prigionia», è l'appello di Shevchuk.