Ucraina L'Ue colpisce gli oligarchi: «Confisca a chi viola le sanzioni»

SDA

25.5.2022 - 21:26

Il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders durante la conferenza stampa sulle nuove norme UE in materia di congelamento e confisca dei beni degli oligarchi che violano le sanzioni a Bruxelles, il 25 maggio 2022.
Il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders durante la conferenza stampa sulle nuove norme UE in materia di congelamento e confisca dei beni degli oligarchi che violano le sanzioni a Bruxelles, il 25 maggio 2022.
KEYSTONE/EPA/STEPHANIE LECOCQ

L'Ue prende in prestito il modello dell'antimafia italiana e apre la strada alla confisca degli asset russi. Con una nuova proposta di direttiva, Bruxelles mette sul tavolo la possibilità di confiscare i beni privati questo mercoledì congelati degli oligarchi vicini a Putin e lascia spazio al dibattito tra i Paesi membri che chiedono di estendere la misura agli asset della Banca centrale russa. L'obiettivo finale è usare le risorse per ricostruire l'Ucraina. Ma, dipanare giuridicamente la proposta non è facile.

Tra le violazioni passibili di confisca, ad esempio, potrebbe entrare anche la spinosissima questione del pagamento del gas russo in rubli. Tutto, ha spiegato il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, «dipenderà dalle definizioni che verranno date nella direttiva» alle diverse violazioni delle sanzioni.

Per stare ai beni congelati dei privati – che oggi valgono quasi 10 miliardi di euro –, la Commissione propone nuove norme per la confisca, alzando in particolare l'asticella sulla violazione delle misure restrittive: violare le sanzioni diventerà un eurocrimine.

Alla categoria dei reati gravi e transfrontalieri (oggi sono una decina) sui quali come previsto dal trattati è contemplata una risposta minima uniforme tra i diversi Stati membri per rendere più semplici indagini, processi e pene.

«Direttiva sulle sanzioni penali»

Ci sarà dunque una «Direttiva sulle sanzioni penali», dove saranno elencati reati come «intraprendere azioni o attività volte ad aggirare direttamente o indirettamente le sanzioni, anche occultando attività»; «non congelare fondi appartenenti, detenuti o controllati da una persona/entità» oggetto di sanzioni; o «intraprendere operazioni, quali l'importazione o l'esportazione di merci soggette a divieti commerciali».

Bollino rosso, insomma, anche a chi sposta lo yacht di un oligarca verso un porto sicuro, ne acquista le tenute, o vende sottobanco a Mosca tecnologie «sensibili».

«Confisca e sequestro»

Una direttiva parallela si occuperà di «Confisca e sequestro» di beni legati alle attività criminali. Nell'attualità guarda ancora agli oligarchi. Ma avrà portata su tutti i reati di portata transnazionale, come tipicamente quelli della criminalità organizzata.

«Le gang criminali sono una grandissima minaccia per la nostra società» con attività «sempre più violente e sempre più internazionali», ha spiegato la commissaria per gli Affari interni Ylva Johansson.

«Nell'Ue soltanto l'1% dei guadagni da attività criminali viene confiscato e congeliamo solo il 2%, quindi veramente poco. Questa nuova direttiva renderà molto più efficaci ed efficienti» le attività di contrasto. Oltre 9,89 miliardi di euro di beni congelati dagli Stati membri (agli oligarchi), risultano in Ue bloccate transazioni per un valore di 196 miliardi. Cruciale nell'armonizzazione delle norme è anche la velocità della possibile confisca di un bene congelato: molti dei proventi delle attività criminali «vengono trasformati in criptovalute – ha anche spiegato Johansson – e se ci vogliono giorni per congelare questi soldi, non rimane più nulla da confiscare».

L'attualità resta l'Ucraina

L'attualità resta comunque l'Ucraina. Sui beni degli oligarchi confiscati «chiederemo allo Stato membro di trasferire i fondi verso un fondo comune che sarà messa a disposizione, a vantaggio delle vittime della guerra in Ucraina», ha annunciato il commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders.

Lunedì i Paesi Baltici con la Slovacchia avevano chiesto di utilizzare i beni sovrani russi congelati per la ricostruzione dell'Ucraina, ricordando la stima di costi per 600 miliari di dollari fatta a inizio mese dal presidente Volodymyr Zelensky.

I 300 miliardi congelati della Federazione russa «sono una fonte sostanziosa» per i bisogni post bellici dell'Ucraina, avevano affermato chiedendo di cercare «solide basi legali per confiscare i beni di individui russi sanzionati e utilizzare anche questi fondi per ricostruire l'Ucraina». La Commissione ha risposto. La parola va ora al Consiglio europeo della prossima settimana, per il cui via libera serve l'unanimità.