Guerra in UcrainaUcraina, a quali piani lavorano gli statunitensi?
SDA
6.3.2022 - 19:36
Il segretario di Stato americano Antony Blinken rimane in Europa fino al 9 marzo per rassicurare gli Alleati e per cercare delle soluzioni al conflitto in Ucraina. Le soluzioni che sta vagliando sono diverse.
Keystone-SDA
06.03.2022, 19:36
06.03.2022, 19:38
SDA
Gli Stati Uniti «lavorano attivamente» con la Polonia perché invii all'Ucraina jet da guerra, compresi i Mig-29 di fabbricazione russa e sovietica, in cambio di F-16 americani.
Lo ha confermato il segretario di Stato statunitense Antony Blinken nella sua visita in Moldavia, prima di fare tappa nei Paesi Baltici, mentre martedì volerà a Parigi da Emmanuel Macron per continuare a coordinare la risposta occidentale all'invasione russa.
Si tratterebbe della mossa più forte, e più rischiosa, nella fornitura di armamenti a Kiev, che ha sollecitato anche droni e missili antiaerei Stinger.
Il piano di Washington e alleati è accelerare gli aiuti militari per consentire agli ucraini di difendersi e poi di sostenere una eventuale guerriglia urbana a lungo termine.
Si studia un governo ucraino in esilio
Per questo la Casa Bianca e le cancellerie occidentali stanno studiando anche un eventuale governo ucraino in esilio, che potrebbe continuare a guidare la resistenza da remoto se Kiev cadesse nelle mani dei russi.
Le forze speciali americane e britanniche, insieme alle truppe ucraine, stanno preparando il salvataggio ad alto rischio del presidente Volodymyr Zelensky, che però finora ha deciso coraggiosamente di restare nella capitale, dopo aver ammonito che gli servono «armi, non un passaggio».
Ecco quindi che si valuta anche la linea di successione nel caso Zelensky fosse catturato o ucciso. La costituzione ucraina non sembra chiarissima al riguardo ma secondo i media ad assumere i poteri provvisoriamente dovrebbe essere lo speaker del parlamento, Ruslan Stefanchuk, un fedelissimo del presidente (di cui è stato collaboratore) e filo occidentale.
Rientra in gioco anche Nicolas Maduro
Intanto gli Stati Uniti corteggiano il presidente venezuelano Nicolas Maduro per togliere a Vladimir Putin uno dei pochi alleati rimasti nell'America Latina.
Nonostante l'interruzione dei rapporti diplomatici tre anni fa per le accuse di frodi elettorali, una delegazione di dirigenti americani è partita verso Caracas per offrire al leader venezuelano la possibilità di riprende le vendite di petrolio, anche in vista di un possibile stop alle importazioni di greggio russo.
Continua anche il boicottaggio delle grandi società occidentali contro Mosca: Visa e Mastercard hanno interrotto le loro operazioni in Russia.