Indagine Un europeo su quattro ha idee antisemite

ATS

21.11.2019 - 18:32

Rispetto al 2015, le «attitudini» antisemite rimangono – secondo un'indagine condotta tra aprile e giugno – quasi identiche in Europa occidentale; le stesse crescono invece all'est e al centro del Vecchio Continente.
Rispetto al 2015, le «attitudini» antisemite rimangono – secondo un'indagine condotta tra aprile e giugno – quasi identiche in Europa occidentale; le stesse crescono invece all'est e al centro del Vecchio Continente.
Source: KEYSTONE/AP/MARTIN MEISSNER

In Europa circa un cittadino su quattro nutre «forti attitudini negative» verso gli ebrei. Lo rileva un'indagine svolta in Europa, ma anche in Canada, Sud Africa, Argentina e Brasile su commissione della Anti-Defamation League (Adl), organizzazione ebraica internazionale.

Un ritratto a conferma dei tanti episodi avvenuti negli ultimi tempi contro gli ebrei – non ultimo l'assalto alla sinagoga di Halle in Germania – che indicano un antisemitismo risorgente.

Se rispetto a una precedente inchiesta del 2015 le «attitudini» antisemite rimangono – secondo l'indagine, condotta tra aprile e giugno – quasi identiche in Europa occidentale, le stesse invece crescono all'est e al centro del Vecchio Continente cavalcando vecchi pregiudizi e stereotipi anti ebraici.

Cresciute le attitudini negative nell'Europa dell'est

In Polonia c'è stato un aumento dell'+11%, Ucraina del 14%, Russia dell'8% e anche in Ungheria. Scendono invece «maniera significativa» in Italia ed Austria.

Secondo i dati riferiti dall'Adl, in Polonia le attitudini antisemite hanno raggiunto il 48% della popolazione, mentre erano al 37% nel 2015. Circa 3 su 4 di coloro che in Polonia hanno risposto alle domande dell'indagine hanno sostenuto, ad esempio, che «gli ebrei parlano troppo di quello che è successo loro durante la Shoah».

In Ungheria – secondo gli stessi dati – il 25% della popolazione crede che gli «ebrei vogliano indebolire la cultura nazionale esprimendosi a favore di un maggior numero di immigranti in ingresso». Sempre in Ungheria, l'indice mostra il 42% di attitudine antisemita contro il 40% del 2015.

Gli stereotipi sono sempre gli stessi

Gli stereotipi sono sempre gli stessi: il controllo della finanza e dell'economia (in Ungheria lo pensa il 71%), la slealtà (gli ebrei sono più leali ad Israele che alla propria nazione).

Un'accusa questa che, ad esempio, in Italia (dove pur si è registrato un calo dell'11% rispetto ai dati del 2015), rivolta, secondo l'indagine, da oltre il 40% della popolazione. Lo stesso avviene in Germania, in Danimarca, in Spagna, in Olanda, in Belgio e in Austria (dove il calo complessivo è stato dell'8%).

Non necessariamente tuttavia – avverte l'Adl – ai sentimenti antisemiti seguono o si accompagnano azioni violente: ad esempio sono rari in Ungheria e Polonia, mentre sono cresciuti di oltre il 10% in Germania e anche in Gran Bretagna nei primi sei mesi del 2019. Non va bene neppure nel resto delle aree geografiche esplorate dall'indagine: in Sud Africa e e in Brasile i sentimenti antisemiti sono saliti del 9%, mentre in Argentina del 6%.

L'indagine esamina anche l'atteggiamento dei musulmani in Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna che tende ad essere meno antisemita rispetto ad altre nazioni nazioni extraeuropee. E meno forte anche di quello che si riscontra in Medio Oriente e nel Nord Africa. «È molto preoccupante – ha detto Jonathan Greenblatt, presidente dell'Adl – che circa 1 europeo su 4 alberghi tipi di sentimenti antisemiti che sopravvivono da prima della Shoah».

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