NatanzUn sito nucleare iraniano nel mirino dei servizi segreti?
dpa/phi
14.7.2020
Cos'è accaduto nel sito nucleare di Natanz? All'inizio, si è trattato di un incendio senza conseguenze particolari. Ormai, è chiaro che i danni sono stati invece considerevoli. Cosa c'è dietro? Le speculazioni impazzano.
Il misterioso incidente avvenuto in una struttura di produzione di centrifughe sul sito nucleare iraniano di Natanz si è rivelato più grave di ciò che era stato riferito inizialmente.
L'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran (OEAI) ha evocato, domenica 5 luglio, «danni importanti» causati da un incendio. Alcune apparecchiature si sono guastate o sono state distrutte, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell'OEAI, Behrouz Kamalvandi, che non ha tuttavia specificato nulla sulle origini del rogo. La struttura non conterrebbe materiale radioattivo, ha precisato.
Al contempo - ha aggiunto - l'Iran intende costruire a stretto giro un laboratorio più grande, con apparecchi più moderni e di migliore qualità. La repubblica islamica lavora da oltre un anno alla messa a punto di centrifughe più rapide, destinate alla produzione di uranio arricchito.
Israele considera il programma nucleare iraniano come una minaccia esistenziale, e anche Stati Uniti e Arabia Saudita lo giudicano pericoloso. Si è dunque ipotizzato un nuovo cyber-attacco a Natanz, come accaduto nel 2010, quando Israele e Stati Uniti sono stati sospettati di aver distrutto quasi 1'000 centrifughe sul sito, grazie al virus informatico Stuxnet.
First video report of a massive explosion with red light around Tehran, heard by many residents. Reports of a military outpost around there. #Iranpic.twitter.com/lQT4CPFLUC
Tuttavia, altre ipotesi sono allo stesso modo plausibili per spiegare l'incendio: è il caso di un'esplosione occorsa durante un test.
Il sito nucleare distrutto da un ordigno
Il «New York Times» ha citato un membro di un servizio segreto mediorientale, che ha attribuito ad Israele l'incidente accaduto sul sito nucleare, precisando che sarebbe stata utilizzata «una potente bomba». Un membro del corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica ha quindi confermato l'impiego di un ordigno.
È in questo contesto che Israele, potenza nucleare non dichiarata, ha lanciato in orbita il satellite spia Ofek 16, con l'aiuto di un razzo Shavit nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 luglio. La trasmissione di dati è stata avviata come previsto, ha indicato il ministero della Difesa della nazione ebraica.
L'ex capo dei servizi segreti militari israeliani, Amos Yadlin, ha affermato in un tweet che le capacità di Ofek 16 in materia di strategia e di informazioni fornite è di particolare importanza «in questo periodo in cui si intravede una possibile escalation con l'Iran».
Una capacità operativa accresciuta
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato, lunedì 6 luglio, che il lancio del satellite migliorerebbe considerevolmente la capacità del Paese «di agire contro i nostri nemici, vicini e lontani». A suo avviso Ofek 16 «rafforza significativamente la capacità di Israele di agire via terra, mare e aria, ma anche nello spazio».
In precedenza, l'Iran aveva indicato di aver costruito «delle città di missili terrestri e offshore» sotterranee nel golfo Persico. L'obiettivo è di dissuadere i nemici dell'Iran dal lanciare attacchi militari, ha dichiarato Alireza Tangsiri, comandante della marina del corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica, secondo l'agenzia di stampa Tasnim.
Israele ha inviato dei segnali ambigui in merito alle speculazioni circa un suo coinvolgimento nell'incendio di Natanz. Domenica 5 luglio, il ministro degli Esteri Gabi Ashkenazi ha evocato la minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano: «Adottiamo misure delle quali è meglio non parlare». Il ministro della Difesa Benny Gantz, da parte sua, ha affermato che «non tutti gli incidenti che accadono in Iran sono necessariamente legati ad Israele».
Cyber-attacco e cyber-risposta
A maggio, il «Washington Post» ha rivelato che Israele aveva lanciato un cyber-attacco per bloccare i computer di comando del porto iraniano di Shahid Rajaei a Bandar Abbas. Secondo il quotidiano, il Paese ebraico ha probabilmente risposto ad un tentativo iraniano di piratare computer che controllano l'approvvigionamento israeliano di risorse idriche.
Il «Jerusalem Post» ha ipotizzato che se una delle recenti esplosioni in Iran fosse dovuta a degli attacchi degli Stati Uniti, di Israele o dei sauditi, ciò avrebbe unicamente consentito di guadagnare tempo, senza però privare Teheran della capacità di costruire armi nucleari sul lungo periodo. L'Iran possederebbe già abbastanza materiale per produrre una o due bombe atomiche. «Ciò che manca è la decisione di arricchire ulteriormente il materiale finora arricchito poco, per renderlo adatto all'uso nelle testate», ha aggiunto il «Jerusalem Post».
Secondo il giornale, l'Iran dispone di «qualche centinaio di centrifughe più moderne» e di quasi 20'000 centrifughe IR-1 e IR-2, meno sofisticate, il cui 75% sarebbe fuori servizio. L'IR-9, la centrifuga più moderna, funzionerebbe 50 volte più velocemente rispetto ai modelli meno evoluti, ma non è chiaro se essa sia già operativa.
Le capacità iraniane
Nel quadro dell'accordo internazionale sul nucleare - dal quale gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente - firmato nel 2015, l'Iran si era impegnato a concentrare l'arricchimento di uranio a Natanz e a sottoporsi ad ispezioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) per 25 anni.
Nel corso dei primi dieci anni, l'Iran aveva accettato anche di mettere fuori servizio i due terzi della propria capacità di arricchimento e di ridurre il numero di centrifughe da 19'000 a 6'100.
L'Iran aveva anche accettato di limitare l'arricchimento al 3,67% (per l'energia nucleare), sapendo che si considera necessario, per la produzione di bombe nucleari, arrivare al 90%. Teheran aveva già raggiunto un valore pari al 20%, che può essere utilizzato per ragioni mediche.
In virtù dell'accordo sul nucleare, la quantità di uranio arricchito al 3,67% è stata ridotta da 10'000 a 300 kg per 15 anni. L'Iran ritiene di non essere più sottoposto a tali restrizioni, tenuto conto che gli Stati Uniti impongono pesanti sanzioni e che gli altri firmatari dell'accordo sul nucleare non fanno nulla di concreto per impedirlo.