Medio OrienteBiden valuta lo stop alla fornitura di alcune armi a Israele?
SDA
28.1.2024 - 17:25
L'amministrazione del presidente statunitense Joe Biden sta valutando di rallentare o sospendere la fornitura di alcune armi offensive a Israele come leva per convincere il governo del premier Benyamin Netanyahu a ridurre l'offensiva militare a Gaza? La Casa Bianca smentisce Nbc News. Intanto una coalizione di pastori afroamericani chiede una tregua.
28.01.2024, 17:25
28.01.2024, 18:20
SDA
Lo riporta Nbc News, la divisione notizie della rete televisiva statunitense Nbc, citando tre dirigenti americani e un ex, e precisando che non è stata presa alcuna decisione. Il Pentagono, su ordine della Casa Bianca, ha però già esaminato quali armi richieste da Israele potrebbero essere utilizzate come leva.
Tra queste ci sono i proiettili di artiglieria da 155 mm e le joint direct attack munitions (Jdam, kit di guida che convertono bombe «stupide» in munizioni a guida di precisione). Le fonti hanno riferito che è probabile che l'amministrazione statunitense continui invece a fornire altri kit di conversione che rendono le munizioni israeliane più precise.
Le stesse fonti hanno aggiunto che probabilmente gli Usa non rallenteranno la consegna di sistemi di difesa aerea, benché l'idea sia stata presa in considerazione, così come altri sistemi in grado di difendere i civili e le infrastrutture israeliane dagli attacchi.
Secca smentita della Casa Bianca
La Casa Bianca ha smentito la notizia di Nbc News, la divisione notizie della rete televisiva statunitense Nbc, secondo cui l'amministrazione del presidente Joe Biden sta valutando di sospendere o rallentare la fornitura di alcune armi offensive a Israele per convincerla a ridurre l'offensiva Gaza.
«Israele ha il diritto e l'obbligo di difendersi dalla minaccia di Hamas, rispettando il diritto umanitario internazionale e proteggendo le vite dei civili, e restiamo impegnati a sostenere Israele nella sua lotta contro Hamas. Lo facciamo dal 7 ottobre e continueremo a farlo. Non c'è stato alcun cambiamento nella nostra politica», ha detto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.
Pastori afroamericani chiedono tregua
Intanto, una coalizione di leader religiosi afroamericani sta facendo pressioni sull'amministrazione di Biden affinché spinga per un cessate il fuoco a Gaza: una campagna stimolata in parte dai loro parrocchiani, che sono sempre più angosciati dalla sofferenza dei palestinesi e critici verso la risposta del presidente.
Lo rivela il quotidiano The New York Times (Nyt) all'indomani della tappa del leader democratico nella Carolina del Sud, proprio a caccia del voto della comunità di colore, cruciale per la sua rielezione.
L'iniziativa è stata promossa da oltre 1000 pastori afroamericani che rappresentano centinaia di migliaia di fedeli a livello nazionale.
Negli incontri con i funzionari della Casa Bianca e attraverso lettere aperte e spot pubblicitari, hanno sostenuto come sia un caso morale per il presidente e la sua amministrazione convincere Israele a interrompere le sue operazioni offensive a Gaza, che hanno ucciso migliaia di civili.
I pastori chiedono anche il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas e la fine dell'occupazione israeliana della Cisgiordania.
La campagna porta con sé anche un avvertimento politico, come emerge anche dalle interviste del Nyt con una dozzina di leader religiosi afroamericani e dei loro alleati.
Molti dei loro parrocchiani, riferiscono i pastori, sono così costernati dall'atteggiamento di Biden nei confronti della guerra che il loro sostegno alla sua candidatura per la rielezione potrebbe essere messo a rischio.
«I leader religiosi afroamericani sono estremamente delusi dall'amministrazione di Biden su questo tema», ha affermato il reverendo Timothy McDonald, pastore della First Iconium Baptist Church di Atlanta, che vanta più di 1500 membri.
È stato uno dei primi pastori afroamericani in Georgia, uno stato chiave nelle elezioni, a firmare una lettera aperta che chiedeva un cessate il fuoco.