Shock al quartier generale di BruxellesIl nuovo capo del Pentagono Hegseth gela gli europei: «La nostra priorità è la Cina»
SDA
12.2.2025 - 20:52
Il nuovo capo del Pentagono Pete Hegseth
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Ciò che il nuovo capo del Pentagono Pete Hegseth ha intimato – in sessione pubblica – agli alleati della NATO è un vero e proprio reset, un riavvio da zero, né più né meno. Lo shock al quartier generale di Bruxelles è palpabile e ora resta da capire quanto gli Stati Uniti facciano sul serio.
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12.02.2025, 20:52
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Il messaggio è chiarissimo: Washington intende concentrarsi nell'Indopacifico, perché la sfida è la deterrenza alla Cina, e l'Europa deve assumersi l'onere della «difesa convenzionale» nel suo spicchio di mondo. Gli Stati Uniti restano «fedeli» all'Alleanza, ma basta assegni in bianco.
Hegseth ha scelto la riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina (UDCG) per scuotere l'Alleanza, mancando probabilmente di tatto poiché domani ci sarà la riunione del Consiglio atlantico e i panni sporchi, si sa, si lavano in famiglia, non certo nel villaggio (globale).
Il Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina (Ukraine Defense Contact Group, UDCG) è un'alleanza di 54 paesi (tutti i 32 stati membri della Nato e altri 23 che non fanno parte dell'alleanza) che sostiene la difesa dell'Ucraina inviando attrezzature militari in risposta all'invasione russa dell'Ucraina del 2022.
L'UDCG coordina la continua donazione di aiuti militari nelle riunioni a cadenza mensile.
«Statene certi, rafforzeremo la nostra sicurezza».
Il ministro della difesa britannico, John Healey, al termine della tirata – visto il panico generale – ha improvvisato qualche punto di sutura. «Abbiamo sentito il vostro impegno nei confronti della Nato, dell'articolo 5, di un'Ucraina sovrana e del partenariato di difesa con l'Europa, ma abbiamo anche sentito le vostre preoccupazioni: statene certi, rafforzeremo la nostra sicurezza».
All'articolo 5 del del Trattato dell'Atlantico del Nord, le nazioni della Nato concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in Nord America, va considerato un attacco contro tutte.
Musk aveva avvertito: «La Nato necessita di una revisione»
L'imprenditore multimiliardario e responsabile del Dipartimento informale dell'efficienza governativa Elon Musk evidentemente sapeva cosa si stava per abbattere su Bruxelles dato che, sulla sua rete sociale X, in uno scambio di battute con un follower – che definiva l'Alleanza come anacronistica – aveva sentenziato: «La Nato necessita di una revisione».
Entrando più nel dettaglio: «Gli Stati Uniti – ha detto Hegseth – non tollereranno più un rapporto squilibrato che incoraggia la dipendenza: sfidiamo i vostri paesi e i vostri cittadini a raddoppiare gli sforzi e a impegnarsi non solo per le immediate esigenze dell'Ucraina ma anche per gli obiettivi di deterrenza a lungo termine».
Insomma: politica e popolo, nessuno potrà far finta di nulla.
Obiettivo di spese militari del 5% del PIL
Hegseth ha ribadito l'obiettivo di spese militari del 5% del prodotto interno lordo, ma i negoziati qui devono ancora iniziare, con il segretario generale della Nato Mark Rutte, che ha parlato di una quota «superiore» al 3%. Ma ora forse sarà persino oltre il 4%, perché lo scenario tratteggiato è da sudori freddi: gli Usa sembrano impegnarsi a garantire solo lo scudo nucleare.
Basta un rapido giro sull'app di messaggistica WhatsApp per capire gli effetti dirompenti dell'intervento di Hegseth. «La gente sta correndo in giro sbattendo contro le porte», commenta a caldo una fonte diplomatica. Ancora. «L'atmosfera è quella dell'azienda di famiglia rilevata dal fondo d'investimento (...) e ora c'è stato il primo incontro con la dirigenza», confida un secondo diplomatico.
Sull'Ucraina Hegseth è stato persino brutale
Sull'Ucraina Hegseth è stato infatti persino brutale. Gli Usa aiuteranno, sì, ma il grosso ricadrà sulle spalle degli europei, sia in termini di rischi (con la Russia) che di costi (per sostenere Kiev).
Ma c'è chi ritiene che Trump non venga per nuocere proprio su tutto. Un passaggio, in particolare, viene studiato con attenzione. «Insieme possiamo stabilire una divisione del lavoro che massimizzi i nostri vantaggi comparativi in Europa e nel Pacifico», ha sottolineato Hegseth.
In pratica si tratta del pilastro europeo della Nato, quell'autonomia strategica cara a Parigi che sino a poco fa era vista come un sogno (lussuoso) e ora forse diventerà una (carissima) necessità.
I dettagli qui sono cruciali e non ce ne sono. In sintesi: certe capacità militari adesso le hanno solo gli Usa e, se si ritirano di colpo, l'Europa resterà col cerino in mano. Se invece le daranno il tempo di diventare maggiorenne, sarà un altro paio di maniche.