Stati Uniti «Le sanzioni della Cina sono una mossa improduttiva e cinica»

SDA

21.1.2021 - 09:32

Mike Pompeo (in un'immagine dello scorso 24 novembre), ministro degli esteri dell'amministrazione dell'ex presidente degli Usa Donald Trump, e altri 27 alti funzionari sono sttai sanzionati dalla Cina.
Mike Pompeo (in un'immagine dello scorso 24 novembre), ministro degli esteri dell'amministrazione dell'ex presidente degli Usa Donald Trump, e altri 27 alti funzionari sono sttai sanzionati dalla Cina.
Keystone

La decisione della Cina di sanzionare 28 ex funzionari dell'amministrazione dell'ex presidente degli Usa Donald Trump, tra cui il segretario di Stato Mike Pompeo, è «improduttiva e cinica».

In una nota, la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale del neopresidente Joe Biden, Emily Horne, ha condannato la mossa, osservando che «l'imposizione di queste sanzioni nel giorno dell'inaugurazione è apparentemente un tentativo di giocare alle divisioni partigiane. Gli americani di entrambe le parti dovrebbero criticare questa azione improduttiva e cinica».

Biden «vuole lavorare coi leader di entrambe le parti per posizionare» gli Usa nel confronto con la Cina.

Durante la cerimonia di ieri di insediamento alla Casa Bianca di Biden, il ministero degli esteri cinese ha diffuso un comunicato sulle sanzioni decise contro Pompeo (definito in conferenza stampa dalla portavoce Hua Chunying «bugiardo e truffatore» dopo le sue accuse di genocidio e di crimini contro l'umanità perpetrati da Pechino contro gli uiguri nello Xinjiang) e altri 27 alti funzionari dell'amministrazione di Trump.

Pompeo e gli altri funzionari avevano, nelle accuse cinesi, «pianificato, promosso ed eseguito» mosse che avevano interferito negli affari interni della Cina: pertanto, nei loro confronti e dei loro familiari, Pechino ha deciso il divieto di ingresso in Cina, Hong Kong e Macao, negando alle società e alle istituzioni a loro riconducibili di fare affari con la Cina.

Antony Blinken, scelto da Biden come nuovo segretario di Stato, ha affermato l'altro ieri nella sua audizione di conferma al Senato di essere d'accordo con la valutazione di Pompeo, aggiungendo che «senza dubbio» la Cina rappresentava la sfida più significativa per gli Stati Uniti di qualsiasi altra nazione, osservando di credere che ci fosse una base molto solida per costruire una politica bipartisan degli Stati Uniti per affrontare la sfida di Pechino.

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