Washington Si lancia con l'auto contro il recinto di Capitol Hill, poi si toglie la vita

SDA

14.8.2022 - 20:46

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Keystone

Il terrore torna a Capitol Hill. Dopo l'assalto del 6 gennaio 2021 e nel pieno delle tensioni seguite al blitz dell'Fbi nella residenza di Trump in Florida, un uomo si è lanciato con l'auto a tutta velocità sulla barriera di protezione in cemento del Congresso, è sceso dal veicolo in fiamme, ha sparato alcuni colpi in aria e poi ha rivolto la pistola contro di sé e si è suicidato. 

14.8.2022 - 20:46

Attimi di orrore nel cuore delle istituzioni americane e nel centro di Washington, normalmente affollato di turisti e curiosi. Per fortuna, all'ora in cui è partito l'attacco, nella notte tra sabato e domenica, era deserto. Nessun altro è rimasto ferito, ma sarebbe potuta essere una strage.

«Alle 4 del mattino un uomo (poi risultato chiamarsi Richard A. York III, di 29 anni e del Delaware) è uscito dal suo veicolo in fiamme dopo essersi schiantato contro la barriera tra East Capitol Street e Second Street. Ha sparato diversi colpi in aria e poi si è suicidato», ha annunciato la polizia del Congresso in uno scarno comunicato.

Il capo Tom Manger ha poi raccontato più nel dettaglio la dinamica dell'incidente spiegando che i suoi agenti si sono subito recati sul luogo dal quale provenivano gli spari e hanno constatato che «l'uomo non costituisse più un pericolo».

Non c'è stato uno scambio a fuoco tra polizia e aggressore. Non è chiaro se l'auto si sia incendiata dopo l'impatto con la protezione di cemento o se sia stato lui stesso ad appiccare il fuoco al veicolo prima di lanciarsi contro Capitol Hill.

Un mistero anche il movente

Un mistero anche il movente. Potrebbe trattarsi soltanto del gesto di un folle che nulla ha a che vedere con le intimidazioni violente lanciate verso le forze dell'ordine da una parte dei repubblicani e dall'estrema destra statunitense. «Da un controllo preliminare dei suoi social media non è emerso nulla», ha chiarito il capo della polizia che in queste ore sta interrogando familiari e amici per cercare cosa possa aver spinto l'uomo a un gesto del genere.

«Ha una storia di precedenti penali lunga dieci anni», ma non era noto alle forze dell'ordine. E nulla al momento fa pensare che avesse intenzione di colpire il Congresso o un politico in particolare.

Ennesimo episodio di violenza contro il Congresso

Certo è che dal famigerato assalto del 6 gennaio si tratta dell'ennesimo episodio di violenza contro il Congresso in poco tempo. Ad aprile un'auto si è schiantata contro la stessa barriera ma il bilancio è stato più pesante. Il 25enne dell'Indiana Noah Green è sceso dal veicolo e ha accoltellato due poliziotti. Uno è morto, l'altro è rimasto ferito, e l'aggressore è stato ucciso dagli agenti.

Ma soprattutto arriva in un momento in cui l'allerta dei Servizi Usa è ai massimi livelli dopo le minacce di morte ai vertici e agli agenti dell'Fbi per la perquisizione di Mar-a-Lago. Subito dopo il blitz, un uomo che sui social aveva dichiarato guerra all'Agenzia ha tentato di fare irruzione, armato di un fucile semiautomatico, nella sede di Cincinnati, in Ohio.

Pochi giorni dopo diversi siti conservatori vicini al tycoon hanno pubblicato i nomi degli agenti che hanno firmato il mandato di perquisizione. E venerdì una ventina di sostenitori dell'ex presidente si sono presentati armati fino ai denti fuori dalla sede dell'Fbi a Phoenix, in Arizona.

SDA