Mentre Israele ha annunciato che «l'operazione di terra si espanderà in altre località» della Striscia, malgrado le pressioni internazionali per una sospensione delle ostilità e il tentativo di riavviare le trattative sugli ostaggi.
Nell'enclave palestinese – a Tel Aviv e nel centro di Israele sono tornate a suonare le sirene di allarme per i razzi – continuano le battaglie sia nel nord sia nel sud attorno alle roccaforti di Hamas e l'esercito ha annunciato di aver scoperto finora 1500 imbocchi di tunnel.
L'agenzia palestinese Wafa ha denunciato «almeno 25 morti in un raid israeliano» su tre case di due famiglie a Rafah e Khan Yunis, due dei centri maggiori delle battaglie in corso, l'ultima delle quali indicata dal ministro della Difesa Gallant come «la nuova capitale del terrore».
Mentre l'emittente del Qatar al Jazeera ha riferito di «decine di persone uccise» in un quartiere di Gaza City in un attacco di Israele.
Attività militari di Hamas in ospedale
Secondo il portavoce militare, Ahmed Kahlot, direttore dell'ospedale Kamal Adwan di Jabalya, nel nord, ha ammesso che nel suo istituto si sono svolte attività dell'ala militare di Hamas, le Brigate Qassam.
L'ospedale è stato luogo di intensi combattimenti nelle ultime settimane. Secondo lo stesso direttore, le Brigate Qassam disponevano di almeno 16 persone, fra cui medici e infermieri, e un'ambulanza dedicata.
Oltre al numero dei morti denunciati nella Striscia da Hamas – che tuttavia non distingue tra civili uccisi e miliziani – il ministero della Sanità ha riferito anche di oltre 52mila feriti e, nei giorni scorsi, ha ricordato quelli che sono ancora sotto le macerie, attorno ai 7mila.
Un dato per il quale gli Usa – e altri Paesi, compresa la Gran Bretagna – hanno chiesto ad Israele una nuova fase nella guerra, con un riduzione delle perdite civili e attacchi concentrati sulla dirigenza di Hamas.
Ucciso il finanziere di Hamas
Proprio in uno di questi raid «mirati» è stato ucciso Subhi Ferwana, il finanziere di Hamas che secondo l'esercito e lo Shin Bet (Sicurezza interna) era coinvolto insieme al fratello nel trasferimento di decine di milioni di dollari alla fazione islamica e alla sua ala militare.
Strumento dell'operazione – secondo le stesse fonti – era «la compagnia di cambio Hamsat che drenava, con il riciclaggio, fondi dall'Iran e da altri centri di raccolta all'estero».
Sul dossier ostaggi – sul quale i colloqui tra le parti sembrano proseguire con la mediazione di Egitto, Qatar e Usa ma per ora senza esito – l'esponente di Hamas Basem Naem ha messo una pregiudiziale: prima deve cessare il conflitto e poi se ne può parlare.
La posizione di Israele sul futuro di Gaza resta invece quella nota, nonostante le divergenze con gli Usa sul tema. «Continueremo a detenere un territorio nella Striscia in modo da garantire la sicurezza ai cittadini israeliani», ha detto il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz evocando una possibile zona cuscinetto nel nord dell'enclave palestinese.