Definizioni «sovversive»Vallese, l'UDC presenta denuncia per un cruciverba ritenuto «diffamatorio»
mp, ats
11.1.2024 - 14:30
A causa di un cruciverba ritenuto «diffamatorio» nei suoi confronti, la sezione vallesana dell'UDC ha deciso di presentare una denuncia e di portare la questione davanti al Gran Consiglio.
Keystone-SDA, mp, ats
11.01.2024, 14:30
11.01.2024, 14:35
SDA
Lo ha comunicato oggi lo stesso partito cantonale all'emittente Rhône FM, precisando che le parole crociate con definizioni ritenute «sovversive» sono state pubblicate sul quotidiano «Le Nouvelliste» a metà novembre nell'ambito di un partenariato con Visarte, l'associazione di artisti del Vallese, per i suoi 50 anni.
La vicenda risale al 18 novembre. Nell'edizione di quel giorno, «Le Nouvelliste» ha pubblicato un cruciverba creato da un artista membro di Visarte.
Per completare la griglia, presentata come un «esercizio sovversivo», i lettori dovevano trovare, ad esempio, il nome di «una multinazionale ginevrina della gioielleria di lusso che alimenta il regime militare in Myanmar importando rubini e pietre preziose», o quello di «un'azienda chimico-farmaceutica basilese che contamina i siti del Vallese con rifiuti tossici come mercurio, anilina, benzidina e benzene».
Ma è stata la definizione, in tre lettere, di «partito politico svizzero razzista, xenofobo, omofobo, antifemminista, contro l'ambiente, contro i poveri e nazionalista» con la risposta «UDC» a provocare la reazione della formazione politica. Il partito ha immediatamente preteso le scuse di «Le Nouvelliste», che ha poi effettuato a due riprese, ma ha avvertito che non si sarebbe fermato lì.
«Chiamare le cose con il loro nome»
Ed effettivamente ora ha portato la questione davanti alla giustizia. «L'arte può avere una dimensione politica, ma deve rimanere entro limiti ragionevoli», ha dichiarato il deputato UDC Alexandre Cipolla a Rhône FM. «Abbiamo il dovere di difendere una parte della popolazione che può essersi sentita attaccata, o addirittura diffamata e calunniata», ha aggiunto.
La vicenda avrà anche una dimensione politica. L'UDC del Vallese romando ha presentato un postulato al Gran Consiglio. «Ce la prendiamo con Visarte perché riceve i fondi pubblici utilizzati per sovvenzionare il lavoro di questo artista e riteniamo che questi fondi potrebbero essere utilizzati per altri scopi», ha sostenuto Alexandre Cipolla. In particolare, il testo chiede «il rimborso della sovvenzione che ha contribuito a finanziare l'opera diffamatoria».
L'emittente vallesana ha intervistato anche uno dei curatori del 50esimo anniversario di Visarte Vallese, che si è difeso: il cruciverba «non è assolutamente diffamatorio. Abbiamo l'abitudine, almeno nel nostro ambiente, di chiamare le cose con il loro nome. E l'UDC è stata condannata per razzismo», ha sottolineato. In risposta a questa denuncia, le fonti utilizzate per creare il cruciverba sono state consegnate alla polizia, ha aggiunto.