Cina - USA Xi Jinping agli Stati Uniti: «La trappola di Tucidide non è inevitabile»

SDA

9.10.2023 - 20:35

Il presidente cinese Xi Jinping arriva all'incontro bilaterale con il leader della maggioranza al Senato americano Chuck Schumer, e le sue delegazioni presso la Grande Sala del Popolo a Pechino.
Il presidente cinese Xi Jinping arriva all'incontro bilaterale con il leader della maggioranza al Senato americano Chuck Schumer, e le sue delegazioni presso la Grande Sala del Popolo a Pechino.
KEYSTONE

La trappola di Tucidide «non è inevitabile» tra Cina e Stati Uniti e «il pianeta Terra è sufficientemente vasto da accogliere lo sviluppo e la prosperità comune».

Il presidente cinese Xi Jinping, in una delle fasi più tese delle relazioni bilaterali, ricorre a toni concilianti e cita l'ipotesi di scontro tra una potenza emergente (Atene) e una consolidata che si sente minacciata (Sparta) – rilanciata dal politologo di Harvard Graham Allison – per sostenere la coesistenza pacifica tra le due superpotenze.

Incontrando nella Grande sala del popolo il leader della maggioranza al Senato americano Chuck Schumer e la sua delegazione di democratici e repubblicani, Xi ha aggiunto che, «dato l'alto grado di integrazione tra le economie cinese e statunitense e i loro interessi strettamente intrecciati, entrambi i Paesi sono pronti a trarre vantaggio dallo sviluppo reciproco».

Gli interessi comuni superano di gran lunga le differenze

La Cina, ha notato ancora nel resoconto diffuso in tarda serata dalla diplomazia di Pechino, «sostiene che gli interessi comuni dei due Paesi superino di gran lunga le loro differenze, e che il successo di entrambi sia un'opportunità, piuttosto che una sfida per le parti».

Il leader comunista ha usato i toni delle grandi occasioni anche nelle fasi iniziali dei colloqui (durati 80 minuti, 20 in più del previsto) aperte al pubblico per rimarcare che l'azione congiunta «di fronte a un mondo di cambiamenti e disordini determinerà il futuro e il destino dell'umanità».

I legami tra i due Paesi sono «la relazione bilaterale più importante al mondo: ho detto molte volte, anche a diversi presidenti, che abbiamo mille ragioni per migliorare le relazioni, ma nessuna per rovinarle», ha rincarato.

La Cina «si oppone e condanna» al conflitto israeliano

Schumer, da parte sua, ha lamentato la mancanza di reciprocità e la necessità di «parità di condizioni» per le imprese americane in Cina e ha esortato misure per impedire l'esportazione di sostanze chimiche utilizzate per produrre il farmaco fentanyl, che ha alimentato un'ondata mortale di dipendenze.

«Entrambe le parti, noi e i cinesi, abbiamo detto che se non avessimo conversazioni sincere sulle nostre differenze e senza usare i pugni, non potremmo mai risolvere questi problemi», ha osservato Schumer, parlando in serata presso l'ambasciata degli Stati Uniti.

Il senatore democratico aveva avuto parole molto dure sulla mancata condanna cinese dell'attacco a Israele da parte di Hamas, ma ai media ha detto in seguito di aver apprezzato la correzione dei giudizi della portavoce del ministero degli esteri Mao Ning, secondo cui la Cina «si oppone e condanna» le azioni che hanno colpito i civili nelle violenze scoppiate in Israele e nei Territori palestinesi.

Un vertice tra i due presidenti?

Nessuna volontà di separare le due economie, ha assicurato Schumer, che in tutti gli incontri avuti (tra cui quelli con i ministri degli esteri Wang Yi e del commercio Wang Wentao) ha anche esortato Pechino a rinunciare al tacito sostegno alla Russia nella sua «guerra immorale» contro l'Ucraina.

I due governi stanno cercando di organizzare un incontro tra i presidenti Joe Biden e Xi durante il vertice dell'organismo Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) di San Francisco (California), il mese prossimo, nel tentativo di gestire le relazioni sempre più tese, tra gli scontri commerciali e tecnologici, e su Taiwan.

A breve, secondo le indiscrezioni circolate nella capitale cinese, Wang Yi dovrebbe recarsi negli Stati Uniti per definire i dettagli del summit in un clima che vede Washington e Pechino impegnate in un braccio di ferro per arrivare al vertice tra presidenti in una posizione di forza.