ClimaGreenpeace: basta sovvenzioni ad allevamento con import foraggio
bp, ats
2.2.2021 - 12:25
Greenpeace Svizzera chiede alla Confederazione di smettere di sovvenzionare l'allevamento che dipende dalle importazioni di foraggio poiché tale pratica ha gravi conseguenze per l'ambiente e il clima in Svizzera e all'estero.
Secondo un nuovo rapporto dell'organizzazione ambientalista, più della metà del foraggio concentrato dato al bestiame in Svizzera è importato; con la soia quale principale fonte di proteine. Quasi la metà della superficie necessaria alla produzione, circa 200'000 ettari, si trova all'estero.
Queste colture causano importanti emissioni di gas a effetto serra nei Paesi in cui sono coltivate. E permettono di tenere più animali in Svizzera, il che significa che anche qui da noi l'impatto ambientale è maggiore, nota Greenpeace. Inoltre la produzione di foraggio compete con quella di cibo per l'uomo e porta a una pressione sempre maggiore sul suolo, che minaccia le foreste, la biodiversità e il clima.
Secondo l'Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile (IISD), l'85% della superficie mondiale di soia è usata per produrre mangime animale. In Brasile il 90% della produzione viene esportato. Oltre la metà della soia importata in Svizzera per nutrire gli animali proviene dal bioma amazzonico e dal Cerrado, i polmoni del pianeta e la riserva d'acqua del Brasile, nota Alexandra Gavilano, responsabile della campagna di Greenpeace Agricoltura e clima.
«È assolutamente ovvio – aggiunge – che il denaro pubblico sia usato per aiutare i contadini svizzeri. Tuttavia è inaccettabile che questi sussidi promuovano la distruzione ambientale in altri Paesi». Secondo l'organizzazione ecologista, le sovvenzioni della Confederazione dovrebbero sostenere un'agricoltura più rispettosa dell'ambiente e rivedere a fondo il suo sistema di promozione delle vendite. Gli agricoltori che sono stati condotti dallo Stato nella direzione sbagliata dovrebbero essere aiutati nella trasformazione della loro produzione per adattarla alle condizioni locali della Svizzera.
Di conseguenza Greenpeace chiede al Consiglio federale e al Parlamento di non rallentare il dibattito politico sulla riforma della politica agricola per rendere rapidamente l'agricoltura più sostenibile.
In primo luogo occorre smettere di finanziare con denaro pubblico la commercializzazione di prodotti dell'industria dell'allevamento come carne, uova e latticini la cui produzione distrugge l'ambiente. Ma anche di promuovere la nascita di un'agricoltura ecologica adattata alla situazione geografica della Svizzera. Un modello in cui la coltivazione su larga scala di foraggio per gli animali è abolita e una quantità significativamente maggiore di terra arabile di alta qualità è resa direttamente disponibile per il consumo umano.
Non da ultimo, Greenpeace auspica che la denominazione «svizzera» per la carne, le uova e i prodotti lattiero-caseari sia basata solo su criteri realistici.
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