Unione europea Morawiecki, l'Ue in crisi si sfoga con Polonia e Ungheria

SDA

3.12.2020 - 13:23

Il premier polacco Mateusz Jakub Morawiecki (foto d'archivio)
Il premier polacco Mateusz Jakub Morawiecki (foto d'archivio)
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«L'Ue sembra un matrimonio in crisi. Ha alle spalle la crisi finanziaria, la Brexit, sta vivendo crescenti disuguaglianze. E quando sorgono problemi, si sfoga su Polonia o Ungheria.

È ora di un esame di coscienza: cosa è andato storto? Ad esempio, l'euro non ha portato a differenze sempre più profonde? Che cosa ha portato in Italia che ristagna da più di vent'anni?».

Lo ha detto il premier polacco Mateusz Morawiecki in un'intervista alla Faz. Sulla proposta di condizionalità legate al bilancio Ue, «la nostra principale preoccupazione – ha aggiunto – è che il meccanismo possa essere usato arbitrariamente e per motivi politici».

«Oggi se a qualcuno non piace il governo polacco, lo si mette alla gogna. Domani potrebbe essere il governo italiano o portoghese, e poi gli si tolgono i finanziamenti. È un paradosso: questo meccanismo aggira i Trattati», ha aggiunto Morawiecki.

«Stiamo lottando per garantire che nessun paese, oggi o domani, sia privato dei fondi a causa di un meccanismo arbitrario e non trasparente. Si tratta di una questione di fiducia fondamentale basata sul diritto europeo. Non dobbiamo permettere che le cattive regole passino accanto al buon Recovery Fund».

Parlando poi del dibattito sulla cancellazione del debito, il leader polacco ha spiegato – rispondendo ad una domanda anche sull'Italia – che l'ipotesi «riguarda prima di tutto i debiti contratti per il coronavirus. Io non rifiuterei una cosa del genere di principio, perchè questo cigno nero del virus e le inaspettate spese aggiuntive non sono rappresentative della condizione di un paese».

«Per venire fuori da questa crisi senza precedenti – conclude – sarebbe opportuno mettere da parte gli attacchi motivati ideologicamente alla sovranità nazionale di alcuni paesi con la scusa della 'condizionalità' dei fondi Ue e passare velocemente al programma di ricostruzione».

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