Afghanistan Propaganda a Kabul, velate in piazza per i Talebani

SDA

11.9.2021 - 20:00

Sostenitrici dei talebani oggi a Kabul.
Sostenitrici dei talebani oggi a Kabul.
Keystone

Dopo la repressione delle proteste degli oppositori, comprese quelle di donne che chiedono di rispettare i diritti acquisiti negli ultimi 20 anni, è toccato alle sostenitrici velate dei Talebani manifestare a Kabul.

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Un raduno ben orchestrato dal nuovo regime, che intanto continua la sua campagna di pubbliche relazioni verso la comunità internazionale. Al punto da decidere di rinviare la cerimonia di insediamento del nuovo governo per evitare che coincidesse con il ventesimo anniversario degli attentati dell'11 settembre 2001.

Si susseguono nel frattempo i segnali di normalizzazione. L'aeroporto di Kabul dovrebbe essere riaperto da lunedì ai primi voli commerciali, quelli della compagnia pachistana Pia. Mentre gli Emirati arabi uniti hanno messo a punto un ponte aereo per convogliare aiuti umanitari all'Afghanistan, in preda ad una crisi economica e alimentare che rischia di assumere proporzioni catastrofiche.

Nessun particolare interesse è stato manifestato dalla popolazione di Kabul per l'anniversario dell'attacco all'America che portò all'invasione anglo-americana dell'Afghanistan e al rovesciamento del primo regime talebano. Alcuni invitano a ricordare, insieme alle vittime americane, i tanti civili afghani morti sotto i bombardamenti Usa, che hanno portato parte della popolazione ad avvicinarsi ai Talebani. L'ultima tragedia, il 29 agosto, quella che ha visto una famiglia di dieci persone, tra cui sette bambini, uccisa nell'attacco di un drone americano che doveva prendere di mira un presunto membro dell'Isis Khorasan. Un errore confermato da inchieste del New York Times e Washington Post.

Ad attirare l'attenzione dei giornalisti stranieri presenti a Kabul è stata soprattutto la manifestazione – forse organizzata proprio per loro – delle circa 300 donne che, con il corpo e il volto coperti dalla veste islamica integrale, si sono radunate all'università Shahid Rabbani per esprimere il loro sostegno alle regole imposte dal nuovo regime. Tra queste, la separazione tra studenti maschi e femmine e il rigido rispetto dell'Hijab, la veste islamica per le donne. «Chi non indossa l'Hijab ferisce tutti noi», ha detto una delle partecipanti, condannando le manifestazioni delle donne che denunciano il pericolo di una segregazione come quella del primo governo talebano, dal 1996 al 2001.

Un vago barlume di speranza per le afghane è venuto dall'assicurazione dell'Associazione nazionale del Cricket che alle donne verrà consentito continuare a giocare, in controtendenza rispetto alla linea dura dei Talebani intenzionati a vietare le pratiche sportive femminili. Tuttavia, le dichiarazioni fatte ad un canale televisivo australiano dal presidente dell'Associazione, Azizullah Fazli, sembrano avere lo scopo di prevenire possibili sanzioni anche contro la squadra maschile da parte degli organismi internazionali in caso di bando alle atlete.

I nuovi padroni dell'Afghanistan, comunque, sembrano dar prova di prudenza nei rapporti con l'estero. Fonti citate dalla Cnn indiana affermano che i Talebani hanno preso la decisione di rinviare l'insediamento ufficiale del governo, per non farla coincidere con le commemorazioni dell'11 settembre in America, proprio su insistenza degli Usa e di altri Paesi della Nato, attraverso la mediazione del Qatar. La Russia, tra i pochi Paesi invitati, aveva già fatto sapere che non avrebbe preso parte all'evento se fosse stata confermata questa data, che poteva essere letta come una provocazione a Washington.