Migrazione A Chiasso rientra la protesta ma non il disagio dei giovani richiedenti l'asilo

Pab

10.10.2022

I giovani afghani che hanno fatto lo sciopero della sete e della fame sono stati trasferiti Oltralpe. La gestione dei molti minorenni non accompagnati è problematica, ammette la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) alla RSI.

Veduta all' interno del centro provvisorio per richiedenti l'asilo minorenni Pasture
Veduta all' interno del centro provvisorio per richiedenti l'asilo minorenni Pasture
Ti-Press / Keystone

Pab

La protesta dei ragazzi richiedenti l’asilo afghani che per alcuni giorni si sono rifiutati di bere e mangiare è finita, ma la questione che hanno voluto evidenziare con il loro agire sotto gli uffici della SEM a Chiasso non è chiusa.

La trentina di giovani, finora ospitata al Centro federale Pasture a Balerna e Novazzano, è stata trasferita, secondo quanto riferisce l'emittente di Comano, in strutture  della Svizzera interna, dove non dovrebbero ritrovare i problemi di sovraffollamento, di protezione personale, di lentezza nelle procedure, nello sviluppo della presa a carico o nell'educazione, che hanno denunciato con la loro azione.

La situazione in Ticino era resa particolarmente pesante dalla presenza nella stessa struttura di afghani di etnie hazara e pashtun, che sono in conflitto da secoli.

Numeri in ripida salita

Il numero dei richiedenti l'asilo minorenni non accompagnati negli ultimi anni è in costante aumento. La SEM ha detto alla RSI che in Svizzera ora ne sono registrati 650 e che si sta «verificando l'età di altre 550 persone che hanno dichiarato di essere minorenni soli».

Nel 2019 per sopperire ad alcune lacune nella gestione di questa particolare categoria di migranti (evidenziate da uno studio dell'Università di scienze applicate di Zurigo) la SEM aveva deciso di introdurre la figura dell'educatore socio-pedagogico e di ridurre il numero di minorenni per ogni collaboratore.

Una misura che oggi è difficile da applicare perché, stando alla SEM: «Il numero di minori non accompagnati, sommati a una forte presenza in generale di richiedenti l'asilo, rende più difficile fornire assistenza stretta ai minori non accompagnati. Inoltre, il personale di assistenza qualificato (educatori socio-pedagogici) è difficile da reperire sul mercato del lavoro».

Una categoria vulnerabile

Il fatto che la SEM ammetta di non riuscire a seguire i minorenni non accompagnati in modo adeguato potrebbe essere un problema poiché sono una categoria di migranti particolarmente vulnerabile e tutelata da numerose Convenzioni.

Lo ha detto a più riprese negli anni anche l'Alto commissariato ONU per i rifugiati. La situazione in cui si trovano i centri federali d'asilo è nota alla consigliera federale Karin Keller-Sutter titolare del dossier.

Secondo la RSI anche a Chiasso si attende una sua presa di posizione.