Guerra in UcrainaA Odessa testimonianze architettoniche del Ticino
SwissTXT / red
17.3.2022
La città ucraina di Odessa, affacciata sul Mar Nero, è ricchissima di testimonianze architettoniche della Svizzera italiana.
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17.03.2022, 15:09
17.03.2022, 15:10
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«Io penso che accanto allo strazio per l’atroce sperpero di vite a cui dobbiamo assistere, vi è lo sgomento anche per il destino di questo importante tessuto monumentale che è testimonianza di una storia condivisa», ha dichiarato alla RSI Nicola Navone, vicedirettore dell’Archivio del moderno dell’USI.
Condivisa perché molti costruttori ticinesi sono emigrati anche in Russia e Ucraina. Dopo Mosca e San Pietroburgo, nell'Ottocento, Odessa è stata fonte di parecchie opportunità lavorative per i nostri progettisti. Esempio celeberrimo, la Scalinata Potemkin, simbolo della città, pensata da Francesco Boffa di Arasio e celebrata nel film «La corazzata Potemkin» di Sergej Eisenstein...! Il monumento non è l'unico lavoro del Boffa.
«Boffa è autore di numerose altre opere importanti – racconta Navone – come il Palazzo del governatore oppure la sede della Borsa, poi diventata Municipio. Ci sono numerosi edifici realizzati dai ticinesi. I più conosciuti oltre a Boffa sono Francesco e Giovanni Battista Frapolli, Giorgio Torricelli e Alexander Bernardazzi. Gli architetti ticinesi hanno realizzato anche numerose case d’abitazione che sono quelle che fanno il tessuto di una città straordinaria come Odessa».
Ma come mai così tanti progettisti e costruttori di casa nostra in questa parte del mondo? «Credo dipenda dalle loro qualità. – risponde Navone – Emergono anche in altri contesti: la perizia costruttiva, la loro flessibilità operativa, quindi la capacità di adattamento che deriva dalla loro abitudine a migrare, e infine la loro straordinaria abilità nell’intessere delle reti di relazioni».
Odessa e la guerra
La città, dopo 21 giorni di conflitto, è stata sostanzialmente risparmiata dalle forze armate russe, che si sono limitate ad attaccare alcuni obiettivi militari, senza però colpire il centro storico e i quartieri residenziali.
Ad oggi, tuttavia, non si sa quale sarà l'evoluzione del conflitto, né se la città verrà assediata, così come successo nel caso di Mariupol.
La speranza dei cittadini, come ha testimoniano Ugo Poletti, direttore dell'Odessa Journal al Radiogiornale della RSI, è che - visto il valore storico di questa città per i russi, che la conoscono come località di villeggiatura nel periodo dell'Unione Sovietica - la sua architettura possa essere risparmiata. «Distruggerla sarebbe un autogol in termini di propaganda», secondo Poletti.