Ultime battute del processo L'accusa: «Mi hanno picchiato e rotto il naso», ma gli agenti negano

SwissTXT /pab

21.11.2018

Foto simbolica
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TiPress

Due poliziotti, accusati di aver malmenato un uomo cinque anni fa a Locarno, si dichiarano innocenti.

“Sono stato fortunato, dalle botte che ho preso potevo essere morto”. È quanto ha dichiarato martedì in aula a Lugano un 33enne italiano, sentito dal presidente della Corte delle Assise correzionali, il giudice Mauro Ermani, in via eccezionale, perché in fase di inchiesta non c’era stato contradditorio.

L'uomo accusa due agenti della polizia cantonale di averlo malmenato, nel 2013 a Locarno, fino a rompergli il naso. Loro, i due agenti di 37 e 28 anni, all’epoca dei fatti in forze ai reparti mobili del Sopraceneri, negano ogni addebito. Per la difesa sono tutte bugie di un personaggio che è stato definito "più che discutibile".

Ripercorsa in aula la vicenda di cinque anni fa

Per ricostruire cosa sia accaduto quel 15 novembre di 5 anni fa, in aula sono stati visti e rivisti i filmati che testimoniano parte di quanto successo quella notte, dopo che l’uomo era stato fermato a Tegna.

Nei video si vedono i due agenti trascinarlo fino al parcheggio dell’ospedale la Carità di Locarno dov’era stato portato perché ubriaco. Il suo tasso alcolemico sfiorava il 3 per mille.

I sospetti sugli agenti

Uno dei due agenti gli fa uno sgambetto facendolo cadere. Le immagini che seguono sono poco chiare, si vede l’uomo a terra e i due poliziotti gesticolare.

Sull’intervento i due poliziotti i sono stati interpellati più volte dal giudice Mauro Ermani. L’uomo era pesantemente ubriaco, già ammanettato, perché quello sgambetto? Perché portarlo al posto di polizia? Ha chiesto loro.

Aveva degli sbalzi di umore, ci minacciava, hanno risposto gli agenti. “Temevamo per la nostra sicurezza e per quella di chi era in ospedale”. L’intervento – hanno ripetuto – “è stato da manuale”. Il naso se l’è rotto, cadendo.

Le ultime battute prima della sentenza

Una versione alla quale il procuratore generale Andrea Pagani non ha creduto: "quella sera i colpi sono stati inferti per rabbia, perché ce l’avevano con chi li aveva insultati".

Ha quindi chiesto la conferma del decreto d’accusa e la condanna per entrambi, accusati di abuso di autorità e ripetute lesioni semplici, ad una pena pecuniaria sospesa di 150 aliquote giornaliere e al pagamento di una multa.

Gli avvocati difensori Brenno Canevascini e Andrea Bersani hanno invece chiesto l’assoluzione degli imputati. La sentenza verrà comunicata alle parti la settimana prossima.

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