CovidGli Amici della Costituzione per un'indagine sull'operato del Governo
SwissTXT / red
26.3.2022
In Ticino gli «Amici della Costituzione» chiedono che una Commissione d’inchiesta analizzi quanto fatto dal Consiglio federale durante la pandemia di Covid.
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26.03.2022, 12:45
26.03.2022, 12:59
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Come riportato dalla RSI, negli ultimi due anni gli «Amici della Costituzione» sono scesi nelle piazze ticinesi per manifestare contro le misure anti-Covid imposte dalla Confederazione. E a pochi giorni dall'abolizione di tutte le restrizioni, tornano a farsi sentire.
A quattro mesi di distanza dalla seconda votazione popolare sulla legge Covid che, di fatto, ha legittimato l'operato del Governo, gli scettici, dunque, tornano a criticare il Consiglio federale e chiedono che una Commissione analizzi quanto fatto durante la pandemia.
Nel dettaglio, domandano di istituire una commissione d'inchiesta extraparlamentare indipendente (CIEI), attraverso una lettera inviata ai parlamentari ticinesi, alla deputazione a Berna e al Consiglio di Stato, firmata dagli «Amici della Costituzione» e da una trentina di altre associazioni.
«Noi cerchiamo trasparenza»
«Noi chiediamo l’istituzione di una Commissione d’inchiesta extraparlamentare, che valuti le decisioni che sono state prese in questi due anni, la legittimità della task force e di altre istituzioni, che hanno deciso della chiusura di attività commerciali, di misure prese a livello scolastico, ecc.», spiega ai microfoni della RSI Jürg Heim, un sostenitore degli Amici della Costituzione.
Eppure il popolo ha confermato due volte la bontà dell’operato del Governo: «Noi non cerchiamo chi ci dia ragione o torto, e non vogliamo neanche necessariamente avere ragione. Noi cerchiamo trasparenza, noi vogliamo un’analisi dei dati, di cosa è successo, vogliamo sapere cosa significa quanto ci è detto», chiarisce all'emittente di Comano Maria Invernizzi, una sostenitrice degli Amici della Costituzione.
In realtà si tratta di dati già pubblici: «Noi vogliamo che qualcuno di esperto vada ad analizzare in profondità queste cose», aggiunge Invernizzi.
«Un Parlamento unanime su tutto è un po’ strano»
I dati forniti dal gruppo scientifico della Confederazione non sarebbero dunque sufficienti, anzi da prendere con le pinze: «Se i testi non sono affidabili, è difficile capire quale sia stato il motivo del ricovero della persona», precisa Heim.
Oltre ai test PCR, nel mirino dei promotori ci sono anche le mascherine, giudicate difettose e dannose. In revisione è pure l’operato del Parlamento e il suo compito di vigilanza: «Un Parlamento che è sempre unanime su tutto è perlomeno un po’ strano», secondo Invernizzi.
Eppure, spiegano i promotori, toccherà proprio al Parlamento nominare i membri della commissione, insieme ai rappresentanti dei firmatari della lettera.
«In sintesi - si legge nel comunicato stampa - chiediamo che la CIEI esamini meticolosamente tutte le basi decisionali, tutte le decisioni che ne sono derivate e ogni singola misura in termini di proporzionalità, evidenza scientifica, rilevanza medica, nonché di costituzionalità e legittimità».