COVID-19 Chiusi anche i negozi, Ticino e Grigioni «un po' sorpresi»

SwissTXT / pab

13.1.2021

Il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi
Il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi
Ti-Press

I Cantoni erano stati consultati sulla possibilità di un inasprimento delle misure contro la pandemia in Svizzera, ma vista l'evoluzione positiva dei contagi anche a sud delle Alpi, la chiusura dei negozi giunge inattesa.

Parola del presidente del Governo ticinese Norman Gobbi, il quale - ai microfoni della RSI - ha tenuto a precisare che «rispetto a fine dicembre c'è perlomeno la prospettiva di un aiuto per la ristorazione» e le altre attività a cui viene imposta la chiusura, anche se i contributi non coprono interamente le perdite.

Il preventivo 2021 è in profondo rosso, ma «se la Confederazione aumenterà le sue capacità di intervento per i casi di rigore», il Cantone seguirà «in proporzione».

Altro aspetto positivo, secondo il ministro, è che le misure prese valgono in tutto il paese e quindi non ci sarà una concorrenza intercantonale. Il Ticino ne teme però una internazionale, nell'eventualità di un allentamento delle restrizioni in Lombardia.

Caduff: «Noi siamo pronti»

Sulla stessa linea Marcus Caduff, vicepresidente del Consiglio di Stato grigionese, sia per la relativa sorpresa che per la soddisfazione per gli aiuti, che chiamano comunque in causa anche i Cantoni: «Noi siamo pronti, abbiamo la base legale e messo a disposizione 39 milioni di franchi, che però non basteranno mai. L’altra sfida sarà la logistica per distribuire questi aiuti, ci aspettiamo che più di 2'000 aziende chiedano un sostegno finanziario».

Quanto stabilito da Berna, poi, secondo il responsabile del Dipartimento dell'economia pubblica e della socialità è «una soluzione per i ristoranti, ma non ancora per alberghi e per le stazioni invernali», che Coira non potrà aiutare da sola. Bisognerà quindi bussare nuovamente alla porta di Berna.

Carobbio: «Berna può permettersi altri interventi finanziari»

E la Confederazione può permettersi di mettere sul piatto altri interventi finanziari, secondo la consigliera agli Stati socialista Marina Carobbio, che nel 2020 ha presieduto la deputazione ticinese alle Camere.

«Tutte le misure sanitarie devono essere accompagnate da misure economiche», afferma sempre alla RSI, in vista della prossima sessione del Parlamento, quando bisognerà discutere un aumento della somma a disposizione per i casi di rigore.

«Mi auguro che non ci sia una bagarre politica», ha aggiunto Carobbio, che risponde all'UDC secondo la quale il Governo con le chiusure sta trascinando la Svizzera nella povertà. «Gli aiuti ci sono proprio per evitare che la gente si ritrovi nel bisogno», afferma, ricordando come il Consiglio federale si sia presentato in conferenza stampa oggi non con il solo Alain Berset, ma anche con i due democentristi Ueli Maurer e Guy Parmelin.

Quanto ai mezzi a cui la Confederazione potrà attingere, ha concluso, bisognerà aprire la discussione anche sulle riserve della Banca nazionale.

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