COVID-19 Assembramenti a Lugano, i mercanti: «Chi è che sta facendo l'untore?»

SwissTXT / pab

15.12.2020

Immagine d'illustrazione
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Ti-Press

«Siamo diventati un capro espiatorio». Al mercatino natalizio di Lugano questa frase si ripete di bancarella in bancarella.

Le polemiche legate agli assembramenti che si sono visti lo scorso fine settimana in centro città hanno generato molta incertezza, ma anche rabbia fra i mercanti che si sentono incolpati ingiustamente: l'affluenza al villaggio di Natale «diffuso» infatti resta assai scarsa.

«Ritengo che ci siano delle speculazioni e delle persone che remano contro il mercatino non si sa per quale motivo», dice Massimo che, con Roberta, questa mattina ha scritto al comune e allo stesso sindaco Borradori. «Che venissero a controllare», dichiara alla RSI e Roberta aggiunge: «Non sono i mercatini il problema. Domenica la città era piena mentre il mercatino e i commerci erano chiusi. Chi è che sta facendo l’untore?».

Il Municipio ne discuterà giovedì 

Il tema verrà dibattuto giovedì a Palazzo Civico. Il sindaco Marco Borradori, che aveva messo sul tavolo anche la chiusura di fronte a scene per nulla edificanti, rimanda ogni intervista a giovedì.

«Da parte mia, mi limito a costatare che il mercatino in quanto tale non genera dei commenti», dichiara invece il municipale Michele Bertini, che aggiunge: «È però chiaro che è un’attrazione e quindi magari qualcuno viene a Lugano per visitare il mercatino e poi si ferma».

«Il problema degli assembramenti non si crea nel mercato stesso», commenta invece il responsabile del Dicastero eventi Roberto Badaracco. «Soprattutto quello di piazza Manzoni che è contingentato a 90 persone. Il problema è Piazza Riforma e l’esterno dei ritrovi pubblici. Stiamo studiando misure puntuali per poter evitare questi assembramenti».

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