Caso ex macelloAutogestione, Lodi: «Il luogo fisico è centrale»
SwissTXT / pab
11.3.2021
«L'autogestione ha bisogno di potersi sviluppare, ma per poterlo fare ha bisogno degli strumenti e il luogo fisico diventa uno degli aspetti centrali, se non il più importante», secondo il direttore di Pro Juventute Ilario Lodi, e «tanti o pochi che siano i ragazzi che praticano l'autogestione hanno la necessità di essere riconosciuti come elemento costitutivo della società».
11.03.2021, 20:56
12.03.2021, 08:48
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«Ci sono loro come ci sono tanti altri gruppi con obiettivi differenti», afferma Lodi ai microfoni della RSI, e «la presenza dell'autogestione obbliga alla ricerca di un accordo. Le contrapposizioni possono anche essere positive se prevedono sviluppi e c'è ancora margine per una posizione condivisa che con la chiusura non credo possa essere raggiunta».
Quello di Lodi è dunque un appello al dialogo, che non riguarda solo Lugano.
A Locarno, secondo il sindaco Alain Scherrer, dopo le esperienze avute (nel 2004 all'ex macello), il Comune ha recepito la necessità di una nuova fase e si sta portando avanti «un dialogo con i giovani affinché possano avere voce e proporre dei progetti da portare avanti con le istituzioni».
Il tema di uno spazio è ancora d'attualità anche a Bellinzona, secondo Mario Branda, che ammette: «Non si è mai trovata una soluzione ideale». Dalle esperienze di Mendrisio di inizio anni 2000 «erano nate le prime idee di un centro giovanile poi realizzato e dove cerchiamo di dare spazi liberi», ricorda invece Samuele Cavadini.
Pronti a trovare altri spazi?
Ma le altre città polo sarebbero pronte a una «cantonalizzazione» del problema, a trovare altri spazi?
Per Branda «andrebbe sondato il terreno (...) perché risulti accettabile sul piano politico e della popolazione». Secondo Scherrer, «più importante del luogo è l'impostazione», mentre Cavadini si dice disponibile «al dialogo e a confrontarsi con le altre realtà cantonali».