Ticino Basta diplomi facili, la «legge Fogazzaro» è servita

SwissTXT / pab

9.3.2020

Palazzo delle Orsoline a Bellinzona
Palazzo delle Orsoline a Bellinzona
Archivio Ti-Press

Una legge che ha diviso, ma che ora è approvata, con 61 voti favorevoli, 8 contrari e 3 astenuti.

La modifica della legge sulla scuola, che vuole evitare che si ripresentino situazioni come quello dell'istituto Fogazzaro di Breganzona (che avrebbe fatto ottenere la maturità troppo facilmente ai propri allievi, appoggiandosi a un liceo napoletano), aveva suscitato forti divisioni dentro e fuori dal Parlamento, tanto da essere rispedita, nell'ultima sessione a metà febbraio, in commissione.

Le tre settimane passate sono però servite per avviare delle trattative, che oggi hanno permesso l’approvazione del plenum.

D'accordo la maggioranza del Parlamento, ma anche e soprattutto il direttore del DECS, Manuele Bertoli, che ha voluto regolare la situazione in Ticino, e colui che con più forza contestava il testo di legge proposto dal Consiglio di Stato, l'UDC Sergio Morisoli.

Risultato: un nuovo e unico rapporto di maggioranza sorretto da ampio consenso, come confermato dal co-relatore, il leghista Michele Guerra: «Con la mediazione aperta e con il risultato che oggi portiamo in Aula, riusciamo a fare in modo che i furbi paghino conseguenze serie, e che gli istituti validi possano continuare liberamente, senza intoppi e senza troppi controlli ridondanti a operare e servire sul nostro territorio».

Esami nei confini svizzeri

Da oggi quindi stop ai cosiddetti «diplomifici», ovvero quelle scuole private che preparano alla maturità fuori dalla Svizzera, in particolare in Italia.

Per essere più precisi, le scuole preparatorie devono garantire un adeguato iter formativo e l'esame deve tenersi dentro i confini della Confederazione.

Via libera al contributo dalle scuole private

Ad essere stata contestata, con un emendamento respinto per soli due voti, è stata invece l'introduzione di una tassa per un massimo di 5'000 franchi ogni quattro anni che le scuole private dovranno pagare per coprire i costi che lo Stato dovrà sostenere per l'aumento dei controlli.

«Il senso di questa norma – ha spiegato il direttore del DECS Manuele Bertoli – non è andare a pesare finanziariamente sulle scuole private, ma quello di far pagare un minimo, che comunque largamente non copre i costi di controllo, ma che rientra nel principio della corresponsione».

Ticino e Grigioni giorno per giorno

Tornare alla home page