Dopo la catastrofe Chernobyl: in Ticino ancora tracce di radioattività

pab

26.4.2019

Sono passati 33 anni dal disastro di Chernobyl, ma il Laboratorio cantonale ha rilevato Cesio-137 nei funghi e nella selvaggina ticinese. 

Il rapporto del Laboratorio cantonale parla chiaro: dopo le misurazioni che hanno preso in esame derrate alimentari, terra, erba e latte, nel 2018, a 33 anni di distanza dlla catastrofe della centrale nucleare di Chernobyl (Ucraina) ci sono ancora tracce di radioattività in Ticino. 

Il laboratorio ha rilevato residui di radioattività nei funghi selvatici commestibili e nella selvaggina ticinese.

La quasi totalità dei funghi (il 98% su un campione di 50 pezzi) è risultata contaminata dal Cesio-137 (Cs-137), con due superamenti del limite di 600 Bq/kg nel caso degli esemplari di Xerocomus badius (686 e 818 Bq/kg).

Per quanto riguarda la selvaggina, sempre nel 2018, sono stati prelevati dalle macellerie, sull’intero territorio cantonale, 20 campioni di carne cruda e prodotti derivati di cervo, capriolo, camoscio e cinghiale (d’importazione o catturati in Ticino).

I 20 campioni esaminati hanno mostrato tracce di Cs-137 per una contaminazione media di 38 Bq/kg. I valori più elevati (136 e 163 Bq/kg) sono stati misurati in due campioni di cinghiale ticinese. In nessun caso è stato superato il valore massimo di 600 Bq/kg.

Misurazioni ogni anno

L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) propone annualmente un piano di misurazioni su scala nazionale per monitorare nel tempo le concentrazioni di Cs-137 e Sr-90 in diverse matrici.

Il Laboratorio cantonale, come si legge nel comunicato, ha contribuito anche nel 2018 a questo piano analizzando campioni di terra, erba e latte prelevati a giugno e provenienti da aziende agricole operanti sul territorio ticinese. I limiti di legge per gli isotopi del Cesio nel latte sono stati rispettati per tutti i campioni.

La catastrofe di Chernobyl

Esattamente 33 anni fa, ricorda il documento del Laboratorio, il reattore numero 4 della centrale di Chernobyl è esploso nella notte tra il 25 e il 26 aprile del 1986, sprigionando nell'atmosfera diverse tonnellate di scorie radioattive.

A provocare la tragedia, secondo i vari rapporti ufficiali, furono diversi fattori, tra i quali il non rispetto di molteplici norme di sicurezza e dei difetti di costruzione e progettazione dell'impianto.

Le particelle radioattive trasportate dalle masse d'aria hanno raggiunto tutta l'Europa, contaminando anche la Svizzera. Le precipitazioni hanno ripulito l'aria generando depositi radioattivi di diversa entità a seconda della regione.

Ticino e Grigioni giorno per giorno

Tornare alla home page