GiustiziaSventata strage alla Commercio: condannato al massimo della pena
SwissTxt / pab
3.7.2020 - 17:06
La pena per il 21enne che aveva pianificato la strage alla Commercio di Bellinzona è stata sospesa in favore di una misura di presa a carico psichiatrica intensiva.
È stato condannato alla pena massima prevista dalla legge, 7 anni e sei mesi, il giovane che nel maggio del 2018 ha pianificato una strage nella sua scuola, la Commercio di Bellinzona. Una pena sospesa in favore di una misura di presa a carico psichiatrica intensiva.
Ciò che ha fatto il 21enne, per la Corte è «inaudito, angosciante, terrificante, mostruoso». «È difficile – ha aggiunto il giudice Mauro Ermani – trovare le parole per definire la colpa di una persona che sta organizzando un massacro nella scuola che frequentava».
La Corte ha dunque confermato il reato di atti preparatori di assassinio plurimo, qualificandoli di molto vicini al tentativo di effettuare un massacro, perché lui aveva deciso che la strage l’avrebbe davvero compiuta. Ad averlo fermato, sempre a mente della Corte, è stato solo il suo timore di non riuscire ad andare fino in fondo, a togliersi la vita.
Accolta la richiesta di pena
Il procuratore pubblico Arturo Garzoni, lo ricordiamo, aveva chiesto mercoledì 7 anni e 6 mesi di detenzione, sospesi per favorire un trattamento psichiatrico stazionario.
L’avvocato difensore Luigi Mattei ieri si era invece battuto per una riduzione sensibile della pena e il collocamento in una struttura per un trattamento psichiatrico parallelamente alla costruzione di un progetto professionale.
L'accusa mercoledì in aula ha parlato di una pianificazione lucida e un movente perverso: l'odio, la volontà di passare alla storia come uno dei grandi malvagi. Si tratta di uno dei fatti più inquietanti – citiamo - che siano mai approdati in tribunale: un 19enne che pianifica una strage colpendo alla cieca docenti e compagni per poi togliersi la vita.
Mattanza evitata grazie alla sensibilità della rete
Garzoni ha parlato di mattanza, evitata soltanto grazie alla grande sensibilità di una rete che ha saputo raccogliere gli indizi seminati dal giovane, a partire da una compagna, poi i docenti, la direzione della Commercio e infine la polizia.
Il sospetto iniziale è che intendesse suicidarsi. In realtà era andato ben oltre con i pensieri e la pianificazione, come emerse dopo il suo fermo. Aveva sviluppato con ossessione, ha detto Garzoni, un'azione stragista paramilitare pianificata nel minimo dettaglio e sventata soltanto 5 giorni prima della presunta azione.
Secondo Mattei invece il ragazzo quel fatidico giorno non avrebbe agito. Probabilmente sfogò la sua rabbia nella pianificazione. E oggi è consapevole della gravità dei fatti. Talmente gravi da essere a posteriori quasi inguardabili per lui medesimo. «Non minimizzo, non chiedo sconti ma sono rimasto impressionato dalla richiesta di pena: 7 anni e mezzo è il massimo per i reati di atti preparatori punibili di assassinio plurimo e infrazione alla legge sulle armi», ha sottolineato il legale.
L'avvocato difensore ha detto alla corte: «Avete un compito difficile, ma il 21enne ha tutte le carte in regola per risolvere i suoi problemi. Ci vorrà tempo e fatica, ma le premesse ci sono tutte».