Proteste No Tav 33enne condannata per sommossa

SwissTXT

22.1.2019

Immagine d'illustrazione.
Immagine d'illustrazione.
Ti-Press

Centottanta aliquote giornaliere, senza la sospensione condizionale: è la pena che è stata inflitta martedì a una 33enne, comparsa a processo alle Assise criminali di Lugano, presidiate da un ingente dispositivo di polizia.

Il giudice Amos Pagnamenta l'ha ritenuta colpevole di ripetuta sommossa, impedimento di atti di autorità, violenza contro le autorità e ripetuta ingiuria, per la sua partecipazione ai disordini legati al movimento No Tav, avvenuti nel 2012 all'USI , e per episodi avvenuti nel 2016 davanti al centro sociale il Molino.

Secondo l’accusa, è stata la trascinatrice e la fomentatrice di questi disordini. La donna – stando al procuratore pubblico Zaccaria Akbas - è particolarmente propensa a scatenare la sua rabbia nei confronti della polizia.

Già annunciato il ricorso

L’imputata era invece da prosciogliere su tutta la linea, secondo il difensore Costantino Castelli, che ha già annunciato il ricorso in appello. Gli agenti che l’accusano sono gli stessi che avevano denunciato un docente per i fatti dell’USI, ma ritenuti non credibili in due gradi di giudizio. Il docente era infatti stato prosciolto dalle accuse.

Il nuovo testimone, inoltre – un agente della polizia comunale di Lugano – non poteva neppure essere presente durante i disordini, ha sostenuto l'avvocato in aula.

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